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MPS, LA DICHIARAZIONE DI SILEONI NEGLI ARTICOLI DI "REPUBBLICA" E "IL SOLE 24 ORE"

di Redazione

IL SOLE 24 ORE, sabato 11 gennaio 2014

Mps, Saccomanni incontra i sindacati LA RICHIESTA Lando Maria Sileoni (Fabi) «L’attuale situazione di stallo produce incertezza e malessere e deve terminare quanto prima»

Cesare Peruzzi

FIRENZE – Il fronte sindacale torna a chiedere un intervento del Governo sul caso Monte dei Paschi. Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, contattato per un incontro già a fine dicembre, subito dopo l’assemblea straordinaria del gruppo senese che ha approvato l’aumento di capitale da 3 miliardi facendolo slittare al secondo trimestre dell’anno, riceverà le organizzazioni dei lavoratori del settore bancario lunedì mattina. Proprio alla vigilia del consiglio d’amministrazione, in programma martedì 14 a Rocca Salimbeni, destinato a fare chiarezza sulle intenzioni del board a cominciare da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, presidente e ad del Monte: in questo momento l’interrogativo (tra i tanti) più immediato e pressante sulle prospettive della terza banca del Paese.

«L’attuale situazione di stallo che produce incertezza, preoccupazione e malessere tra lavoratori e clientela del gruppo Mps deve terminare quanto prima», dice Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari. «È indispensabile che il ministro dell’Economia e lo stesso Governo intervengano per fare chiarezza e trovare una soluzione condivisa tra l’attuale management e la Fondazione Mps», aggiunge, ricordando come «nei Paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti ai primi accenni di crisi i Governi sono tempestivamente intervenuti in difesa dell’autonomia delle banche e a tutela dell’economia dei territori».

Anche per la Fisac-Cgil, che ieri ha diffuso una nota, «il Governo non può più sottrarsi a un ruolo forte e attivo, fin qui mancato, per rimettere al centro il rilancio della banca, dando continuità e prospettiva al percorso di risanamento». La voce sindacale si unisce così a quella del presidente di Confindustria Siena, Paolo Campinoti, che nelle settimane scorse aveva sollecitato un analogo intervento da parte dello Stato, in questo caso attraverso lo strumento della Cassa depositi e prestiti, ipotetico destinatario della quota di Mps (33,5%) che la Fondazione sta cercando di vendere (prospettiva di difficile realizzazione).

Il vento che ha preso a soffiare sulla città del Palio, in realtà, è un vento di pace. Lo scontro assembleare, che ha visto prevalere l’orientamento gradito alla Fondazione Mps, presieduta da Antonella Mansi, non dovrebbe avere conseguenze per gli equilibri gestionali della banca, almeno nel breve periodo. Se, come ormai tutti si aspettano, prevarrà il senso di responsabilità e saranno messi da parte risentimenti e personalismi.

Profumo e Viola continueranno dunque a guidare il piano di ristrutturazione, che loro stessi hanno messo a punto in sintonia con Roma e Bruxelles, da cui dipende il rilancio del Monte (-1,68% a 0,181 euro il titolo ieri in Borsa) sui diversi fronti, compreso quello dell’indipendenza. E la Fondazione, con il nuovo direttore generale Enrico Granata ormai operativo, nel giro di un paio di mesi proverà a mettere in sicurezza il proprio patrimonio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LA REPUBBLICA/Firenze, sabato 11 gennaio 2014

Mps, si allontana l’addio di Profumo e Viola – Bankitalia e Tesoro avrebbero fatto valere le loro posizioni. Pressing dei sindacati

MAURIZIO BOLOGNI

PROFUMO sì, Profumo no. Viola sì, Viola no. Il balletto, la ridda di voci, il toto «rimane o si dimette », continuerà fino a martedì prossimo quando si riunirà il cda di Banca Mps al quale i due vertici esprimeranno le loro valutazioni sull’ipotesi di un loro addio a Rocca Salimbeni. Del resto i due manager lo avevano detto: certe decisioni si comunicano nelle sedi opportune. E hanno mantenuto rigorosamente la consegna del silenzio mentre intorno a loro si scatenavano le voci: l’ultima è che ministero dell’economia, che preme perché restino al loro posto, avrebbe bloccato Bpm nel tentativo di reclutare Viola per un nuovo incarico. E così, secondo le ultime indiscrezioni, Profumo ancora con qualche incertezza, e Viola con una posizione ormai definita, alla fine dovrebbero restare al loro posto.

Bankitalia, per quanto riguarda la stabilità della Banca, e il Tesoro, che vigila sulla Fondazione, hanno quindi fatto pesare la propria posizione. Proprio al Tesoro, si sono rivolti ieri i sindacati preoccupati per la sorte del Monte dei Paschi e che arrivano a parlare di un «rischio precipizio ». Lunedì mattina è previsto in via XX Settembre un incontro con Saccomanni, chiesto e ottenuto per avere rassicurazioni sul futuro della banca e sulle scelte della Fondazione. Vista «la difficile situazione di crisi in cui versa Monte Paschi di Siena, anche alla luce delle contrapposizioni emerse tra la Fondazione e il top manager e, soprattutto, del rischio di precipitazione della situazione», le segreterie nazionali di Cgil e Fisac ritengono che «il governo non possa più sottrarsi ad un ruolo forte e attivo, fin qui mancato, per rimettere al centro il rilancio della Banca, dando continuità e prospettiva ai percorsi di risanamento ».

Sulla stessa linea anche il sindacato Fabi. «L’attuale situazione di stallo che produce incertezza, preoccupazione e malessere tra lavoratori e clientela del Gruppo Mps deve terminare quanto prima — si legge in una nota della sigla — E’ indispensabile che il ministro dell’economia e lo stesso governo intervengano per fare chiarezza e per trovare una soluzione condivisa tra l’attuale management e la stessa Fondazione Mps», chiede il segretario generale Lando Maria Sileoni, convinto che «il lavoro fin qui realizzato dal nuovo corso della Banca non deve assolutamente andare disperso». Intanto ieri in Borsa il titolo Mps ha perso: -1,68% a 0,181 euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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