Home Comunicati Stampa CONTRATTO BANCARI, SILEONI: "IL GOVERNO NON HA FATTO NULLA PER I LAVORATORI"

CONTRATTO BANCARI, SILEONI: "IL GOVERNO NON HA FATTO NULLA PER I LAVORATORI"

di Redazione

Alla vigilia dello sciopero nazionale dei lavoratori, previsto per il 31 ottobre, il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni, accusa il Governo di non aver speso una parola a difesa di un’intera categoria, 309mila lavoratori bancari, rimasti senza contratto. Di seguito, la dichiarazione del leader FABI.

“I recenti provvedimenti inseriti nella Legge di Stabilità, emanata dal governo, garantiscono evidenti agevolazioni fiscali a tutto il settore bancario. Tutte le organizzazioni sindacali hanno sempre sostenuto la validità delle richieste delle banche in materia di fisco”.

“Il Governo, però, non ha speso una parola, un ammonimento, né tantomeno un consiglio verso le banche che hanno inopinatamente disdettato il contratto nazionale dei lavoratori bancari con 10 mesi d’anticipo”.

“Siamo sicuri che l’intera categoria si ricorderà di questa pesantissima dimenticanza al momento delle prossime elezioni politiche. È necessario che il Presidente del Consiglio e l’intero Consiglio dei ministri pongano in essere le giuste pressioni per far recedere le banche da un atteggiamento controproducente e ottuso.

Dal 31 ottobre, se niente cambierà, il Governo avrà un problema in più perché saranno intensificate le azioni di lotta e di dissenso dell’intera categoria”.

 

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1 commento

Giovanni Lorito 5 Novembre 2013 - 16:44

Più che legittima, la denuncia del mancato intervento del Governo.
Si sono ricordati dei bancari solo quando hanno deciso di inserirci tra i servizi pubblici, per metterci le tagliole al diritto di sciopero.
Il 31 abbiamo dimostrato che le loro trappole non sono sufficienti a fermare un bancario “alterato”.
Ora, che abbiamo risposto allo schiaffo dell’ABI con un cazzotto nei denti, questo governicchio ha il dovere di intervenire, per costringere l’ABI a venire a trattare.
Ma non facciamoci illusioni. Questa gente è totalmente asservita al volere dei grandi capitali, ormai quasi tutti stranieri. Basta vedere come, con il braccio armato di Banca d’Italia, si stanno accanendo attorno all’osso delle cooperative (io lavoro in una Banca Popolare), come se fossero il male del sistema bancario.
In questo momento storico, in cui il sistema capitalistico occidentale è in crisi, si dovrebbe stimolare il credito in forma cooperativa.
Le cooperative, a differenza delle società di capitali, che devono remunerare il capitale investito ad ogni costo, con delocalizzazioni, ristrutturazioni, tagli del personale e del credito alla produzione, con la finanza strutturata ecc., sono ancora al sostegno dell’economia locale, quella vera che produce, la cui ripresa è l’unica via per risollevare questo Paese.

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