Villa Cordellina Lombardi, splendido esempio di architettura palladiana, ospita oggi il XVIII Congresso Provinciale FABI di Vicenza.
È una sala gremita di sindacalisti, circa 200 tra dirigenti, iscritti e attivisti, quella che segue con attenzione l’intervento di apertura di Giuliano Xausa, Segretario Coordinatore del Sab vicentino.
Xausa, che ringrazia la Segreteria Nazionale, rappresentata in sala dal Segretario Nazionale Amministrativo Giuliano De Filippis e dal Segretario Generale Lando Maria Sileoni, esordisce con una frase importante, un motto di Seneca: “Dipenderai meno dal futuro, se avrai in pugno il presente”.
Vale a dire, l’esigenza di riappropriarci del nostro presente: dei nostri valori, dei nostri beni, del nostro vero essere.
“Attualmente, i valori e i modelli che la società ci propone sono fondamentalmente nuovi, diversi; ma i nostri, ne siamo certi, sono quelli che veramente contano”.
Il nostro paese sta attraversando una crisi profonda, che impone di tornare ai valori fondamentali, per creare una nuova società: una società in cui merito e solidarietà si possano conciliare, e flessibilità e umanità trovino la capacità di andare oltre gli schemi.
Una società che aiuti il più debole, contando sull’aiuto del più forte; sfruttando, e non negando, le differenze.
“Una società in cui la possibilità di farcela venga data a molti, moltissimi, tutti”, queste le parole di Xausa.
Poi, un acceso riferimento alla scellerata iniziativa intrapresa da ABI lo scorso 16 settembre, con la disdetta del Contratto nazionale: una vicenda senza precedenti nella storia della contrattazione sindacale bancaria. Un vero e proprio attacco ai diritti dei lavoratori bancari e al sistema concertativo.
E un ringraziamento alla Segreteria Nazionale, grazie alla quale “la FABI è tornata protagonista, riferimento insostituibile nelle contrattazioni sindacali, la prima, sempre, ad alzare bandiere su argomenti fondamentali nella difesa dei diritti dei lavoratori”.
Un sindacato, anzi, IL sindacato dei bancari, che conta oggi oltre 105mila iscritti su 309mila addetti al settore.
E un riconoscimento importante alla FABI locale: il raggiungimento dei 3000 iscritti, risultato raggiunto grazie ad una squadra forte e coesa, grazie all’impegno di tutti.
È poi il Segretario Generale, Lando Maria Sileoni, a prendere la parola, accolto da un applauso carico di entusiasmo.
Come da iter, è immediatamente agli argomenti concreti che il leader FABI punta: a partire dai 140 miliardi di sofferenze bancarie, figlie non solo della crisi ma, soprattutto, di una cattiva gestione del credito, erogato, spesso, alle solite persone, ai soliti gruppi di potere; tutto ciò, avallato dall’incapacità di una classe dirigente che non riesce a dare risposte sul grave stato di crisi del settore.
“È per questo che noi chiediamo un nuovo modello di banca, una banca vicina alla gente e una banca pulita, pulita dai prodotti tossici, pulita dalle sofferenze”.
“Grazie alla politica di sgravi fiscali attuata dal Governo, i gruppi bancari partiranno, nel 2014, con un + 7% di utile.
Noi abbiamo appoggiato questo disegno, perché la salute delle banche equivale al benessere degli stessi lavoratori bancari.
Ma è inaccettabile che il Governo non abbia sentito il dovere morale di spendere una sola parola sulla drammatica situazione di una categoria rimasta senza contratto. Neanche l’ombra di un appello alle banche affinché restituiscano un contratto ai 330mila lavoratori bancari abbandonati in balia del nulla”.
“Il 31 ottobre scioperiamo esclusivamente per la nostra sopravvivenza” queste le parole di Sileoni “Non possiamo permettere che passi il messaggio che ogni gruppo bancario possa realizzarsi il proprio contratto aziendale”.
Rimanere senza contratto nazionale significa annullare, con un colpo di spugna, tutte le tutele conquistate, negli anni, in ambito normativo ed economico.
Significa mettere a rischio gli ammortizzatori sociali di categoria, gli strumenti contrattuali previsti per gestire le ristrutturazioni, gli inquadramenti e i percorsi di carriera: in poche parole, tutti i principali diritti acquisiti dei lavoratori.
“Il nostro ruolo politico è determinante” riprende Sileoni “Siamo noi che dettiamo le condizioni, siamo noi che ci opponiamo alla rottamazione dei 55enni, siamo noi che ci battiamo per un contratto”.
“Sono molte le conquiste politiche, raggiunte negli ultimi anni, che dobbiamo difendere: ci siamo battuti contro l’introduzione nel settore dell’Indennità di Disoccupazione, che avrebbe causato il licenziamento di 35mila lavoratori bancari; se lo sciopero non dovesse funzionare, a giugno 2014 non avremmo neanche più il Fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria che ha permesso, negli ultimi 10 anni, il prepensionamento volontario di 48.000 persone: oltre al netto ricambio generazionale, il Fondo esuberi ha permesso alle imprese di abbattere i costi, promuovendone quindi la competitività con gli altri paesi europei”.
“Subito dopo il 31 ottobre avremo la necessità di sapere se il Fondo esuberi resisterà così com’è o se verrà modificato. Una cosa è certa: non permetteremo mai il prepensionamento obbligatorio di 35mila lavoratori bancari”, questa la certezza espressa dal Segretario Generale.
La conclusione di Sileoni: “Il 31 ottobre, se daremo una risposta forte e convinta, avremo la possibilità di riaprire le trattative: sederci intorno ad un tavolo e rimettere in discussione l’ottusa posizione di ABI, espressa attraverso la disdetta del contratto.
La categoria può uscire da questa situazione solo facendo blocco, restando compatta e unita. Solo così potremo vincere la nostra battaglia”.