CORRIERE DELLA SERA, domenica 1 settembre 2013
«Banche, 19 mila posti a rischio» Unimpresa: le sofferenze sono salite fino a 138 miliardi di euro
MILANO — Sulla fine del sogno piccolo borghese, si è già scritto: il posto in banca è ormai precario. Di più, complice la crisi e le nuove tecnologie che rendono sempre meno necessari filiali e operazioni allo sportello, negli istituti di credito italiani si prevedono nei prossimi anni ben 19 mila uscite. È quanto risulta analizzando i piani industriali dei principali gruppi bancari e le stime dei sindacati. «Si tratta di uscite figlie degli accordi dei piani industriali — precisa Lando Maria Sileoni, segretario del sindacato Fabi — e includono prepensionamenti volontari o tagli incentivati a fronte dei quali abbiamo già ottenuto nuove assunzioni o stabilizzazione dei contratti precari». Il maggiore peso lo sosterrà Mps, che nel suo piano europeo ha messo in conto 4.600 esuberi nel triennio.
Numeri che fanno un certo effetto, soprattutto se associati alle chiusure delle filiali in tutta Italia (1000 nel 2012) e alle sofferenze bancarie nazionali, cresciute negli ultimi 12 mesi, del 22%. Come ha fatto sapere ieri il Centro studi Unimpresa secondo cui «le sofferenze in carico agli istituti di credito sono arrivate a sfiorare quota 138 miliardi di euro».
«Il 16 settembre — spiega Sileoni — ci sarà un incontro in Abi in cui le principali banche italiane ci presenteranno i dati sulle semestrali. E ci sarà tempo per discutere anche dell’attuale crisi economica. Quel che è certo è che non accetteremo più che i problemi delle banche siano risolti con tagli occupazionali: risparmiare solo sui costi del personale non è la giusta politica. Ci siamo sempre opposti e continueremo a farlo». Nel frattempo, a scattare una fotografia a livello europeo su come sia cambiata la popolazione dei bancari, ci ha pensato la Bce. I dipendenti degli istituti di credito nel nostro Paese sono passati da 316 mila unità del 2011 a 309mila del 2012. Sette mila lavoratori in meno, che diventano oltre 28 mila se confrontati con i dati del 2008. A pagare uno degli scotti più pesanti nel 2012 è stata la Spagna, con una perdita di 11mila lavoratori. Lieve invece il calo della Germania (da 663 a 659mila) e della Francia (421mila a 416mila). Nel complesso in tutta Europa i lavoratori del comparto sono scesi lo scorso anno da 3,088 milioni a 3,037.
«In Italia i prossimi mesi si annunciano di un’importanza cruciale — aggiunge Sileoni — il contratto nazionale di settore scade i primi mesi del 2014, ma tre mesi prima possiamo cominciare a presentare una piattaforma. C’è chi vuole congelare la parte economica con la sospensione degli aumenti salariali previsti. Noi ci batteremo affinchè ciò non accada così come cercheremo di mantenere il livello attuale di 330 mila addetti nel bancario. Siamo pronti a tornare a scioperare e non succede dal 2000». Corinna De Cesare – cdecesare@corriere.it
—————————————————————————————————-
L’ARENA, domenica 1 settembre 2013 – Economia, pagina 34
Banca, -19mila posti nei prossimi anni – Riduzione concentrata negli istituti più grandi il peso maggiore su Mps con -4.600 in tre anni
ROMA – Sempre meno bancari in Europa e in Italia. Complici crisi e nuove tecnologie che rendono sempre meno necessari filiali e operazioni allo sportello i lavoratori del settore finanza in Europa, secondo la Bce, sono calati di 40mila di cui 7mila in Italia. In Italia il peggio deve venire visto che, analizzando i piani industriali dei principali gruppi e le stime dei sindacati, sono previste 19mila uscite nei prossimi anni su 330mila delle banche con mandato di rappresentanza Abi.
In tutta Europa i lavoratori del comparto, per la Bce, sono scesi lo scorso anno da 3,088 a 3,037 milioni. A pagare di più è stata la Spagna, alle prese con una crisi del comparto bancario, che ha perduto 11mila lavoratori a 234mila. Migliaia di licenziamenti stanno avvenendo in questi mesi per gli istituti nazionalizzati. Lieve calo per la Germania (da 663 a 659mila) e la Francia (da 421 a 416mila), stabile il Regno Unito (454mila).
Il perdurare della recessione, il sempre maggior ricorso all´online e misure varate per scoraggiare i servizi allo sportello hanno indotto le banche a includere nei piani industriali una riduzione consistente del costo del lavoro, giudicato da alcuni analisti come una delle cause della minore competitività degli istituti italiani. Nel 2012 su oltre 700 banche incluse nei gruppi le filiali chiuse sono state circa 1.000 (da 33.500 a 32.500) e per il futuro l´andamento sembra andare nella stessa direzione. «Ci vuole una regia per gestire la situazione», dichiara Lando Sileoni, segretario del sindacato Fabi, «permettendo alle banche la deducibilità fiscale dei crediti inesigibili. Quindi occorre un tavolo in cui riunire sindacati, Abi e soggetti indipendenti per capire quale modello di banca vuole il paese. Solo così potremo garantire i lavoratori».
La riduzione è concentrata per due terzi nelle banche maggiori, ma la tempesta si è abbattuta anche su istituti medi o regionali. Il maggiore peso lo sosterranno i dipendenti Mps: 4.600 esuberi nel triennio. Per il 2013 sono previste 1.600 uscite tra pensionamenti ed esodi. Per IntesaSanpaolo l´accordo banca-sindacati di fusione per incorporazione di alcune banche prevede 600 uscite volontarie e incentivate entro il 2013 e 100 stabilizzazioni di precari. Alla Bpm fino al 2015 sono previste 800 uscite, al gruppo Ubi il piano industriale parla di 900 uscite volontarie e incentivate. Unicredit nel suo piano al 2015 ha previsto 800 pensionamenti volontari e incentivati mentre alla Bnl fino al 2015 il piano rileva ulteriori 450 uscite volontarie in più rispetto alle 1.100 concordate nel piano 2012-2014. Il Banco con 675 uscite volontarie e incentivate e Bper: 450 pensionamenti volontari entro il 2014.
—————————————————————————————————-
Lo stesso articolo de “L’ARENA” è stato pubblicato anche su:
Corriere della Sera (ed. Nazionale) del 01/09/2013 pag. 24
La Gazzetta del Mezzogiorno (ed. Brindisi) del 01/09/13 pag. 19
La Gazzetta del Mezzogiorno (ed. Taranto) del 01/09/13 pag. 19
La Gazzetta del Mezzogiorno (ed. Basilicata) del 01/09/13 pag. 19
La Gazzetta del Mezzogiorno (ed. Bari) del 01/09/13 pag. 19
La Gazzetta del Mezzogiorno (ed. Nord Barese) del 01/09/13 pag. 19
La Gazzetta del Mezzogiorno (ed. Capitanata) del 01/09/13 pag. 19
La Gazzetta del Mezzogiorno (ed. Lecce) del 01/09/13 pag. 19
Giornale di Brescia del 01/09/13 pag. 40
Il Piccolo del 01/09/13 pag. 12
Il Piccolo (ed.Gorizia) del 01/09/13 pag. 12
L’Arena del 01/09/13 pag. 34
Il Giornale di Vicenza del 01/09/13 pag. 9
Bresciaoggi del 01/09/13 pag. 30
Corriere Adriatico (ed. Fermo) del 01/09/13 pag. 53
Corriere Adriatico (ed. Macerata) del 01/09/13 pag. 53
Corriere Adriatico (ed. Pesaro) del 01/09/13 pag. 45
Corriere Adriatico (ed. Ancona) del 01/09/13 pag. 45
Il Messaggero (ed. Nazionale) del 01/09/2013
—————————————————————————————————-