Sui conti pubblici: “Tagliare il debito con le privatizzazioni”. Messaggio di Napolitano: “Le banche si adeguino per aiutare la ripresa”. Le anticipazioni del governatore sul Bollettino di via Nazionale
All’Abi è arrivato anche un messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “E’ interesse di tutti gli operatori economici che le banche affrontino le nuove sfide anche attraverso l’adeguamento dei propri assetti ed il miglioramento della produttività aziendale, in modo da fornire il necessario apporto alla ripresa dell’economia”, si legge nella lettera inviata a Patuelli. Anche il premier Enrico Letta ha fatto arrivare la sua voce: “Restituire liquidità alle aziende è il primo passo per uscire dalla crisi e generare sviluppo e lavoro”, ha scritto. Quanto alla categoria che rappresenta, ecco la rivendicazione di Patuelli: “Le banche in Italia meritano più ispetto, senza preconcetti e senza venire confuse con chi ha causato la crisi, per i grandi passi avanti fatti in questo ventennio, per gli investimenti, per l’innovazione. Esemplare, fra gli altri, il ruolo delle Fondazioni, investitori istituzionali stabili e di lunga prosepettiva”, ha aggiunto Patuelli. Anche le banche, secondo il numero uno dell’Abi, “necessitano più austerità ed efficienza in tutte le direzioni”. Il motivo è presto detto: “Hanno ridotto all’osso i propri margini: la forbice fra raccolta del risparmio e impieghi, sempre medi, è passata dai 300 punti base di prima della crisi, ai circa 170 attuali, il margine più basso di tutta l’operatività commerciale di ogni genere in Italia”. Patuelli lamenta il fatto che il comparto “affronta la crisi senza alcun aiuto di Stato e soltanto con i mezzi propri e dei propri azionisti”. Il richiamo ai piani di austerity ha fatto scattare l’allarme tra le fila della Fabi, il sindacato autonomo dei bancari: “Nella relazione di Patuelli e nella controrelazione di Visco”, si legge in una nota, “è emerso un unico obiettivo: ridurre i costi a scapito dei lavoratori”. Un atteggiamento che per il segretario nazionale Lando Sileoni esemplifica “un repentino e controproducente cambiamento di rotta” che apre di conseguenza “una nuova fase di contrapposizione” tra le parti. Secondo l’Avi, per di più sulle banche pesa scure del Fisco, tanto che gli istituti “sono oberati da imposte deliberate soprattutto negli anni precedenti e che sono oggi del tutto sproporzionate”. Per questo “occorrono nuove iniziative tollerabili per il Fisco e che diano nuovo respiro a banche, imprese e famiglie, perciò chiediamo con forza che si trovino le soluzioni tecniche che, innanzitutto per i nuovi presiti, dispongano l’integrale deducibilità fiscale delle perdite, conseguenti ai nuovi prestiti, nell’anno in cui fossero evidenziate nel bilancio civilistico”, propone.Parlando di conti pubblici, per il numero uno dell’Abi bisogna tagliare il debito con le privatizzazioni: “Non bisogna rassegnarsi all’inevitabilità della crescita del debito pubblico: in una fase di bassi tassi occorre invertire la tendenza e iniziare a ridurre il debito pubblico senza patrimoniali o misure da economia di guerra, ma con accurate privatizzazioni delle proprietà mobiliari e immobiliari dello Stato e degli enti locali che troppo spesso sono anche holding societarie e immobiliari”, il suggerimento.
Proprio in tema di conti, sono arrivate le anticipazioni del Bollettino di Bankitalia da parte del governatore, Ignazio Visco: “Il Pil italiano nel 2013 diminuirà di quasi il 2%, con una ripresa moderata da fine anno e una crescita debole nel 2014, superiore allo 0,5%”, ha detto. Secondo Standard&Poor’s, il Pil calerà dell’1,9% e secondo il Fmi dell’1,8%. “L’attività economica – ha sottolineato Visco – tornerebbe a espandersi a ritmi moderati dalla fine dell’anno, con una crescita complessiva superiore al mezzo punto percentuale nel 2014”. La situazione, in sostanza, “è difficilissima ma si vedono delle prospettive di ripresa”. La posizione è simile a quella espressa dal titolare dell’Economia, Fabrizio Saccomanni: “Siamo in una fase cruciale della vita economica e politica del Paese”, ha detto, “e l’Italia ha il potenziale per invertire il ciclo sfavorevole durato fin troppo a lungo, a patto di utlizzare tutti i margini di manovra”.
Il ministro dell’Economia concorda con Patuelli nel ritenere le “dismissioni indispensabili per tagliare il debito pubblico”, mentre accusa S&P – che ha tagliato il giudizio sull’Italia – di “guardare al passato, ignornando le misure” adottate dal governo. Quanto alle misure ancora da prendere, Saccomanni promette “una sistemazione definitiva alle questioni rimaste aperte con il rinvio dell’Imu e dell’Iva” con “soluzioni condivise”. Il ministro ha poi aperto a una revisione delle quote di Bankitalia in mano agli istituti di credito e ha assicurato che il governo lavora sulla fiscalità delle sofferenze.
Tornando a Visco, secondo la sua analisi a causare la diminuzione del Prodotto nel primo semestre del 2013 è stata in “larga misura la caduta della domanda interna”. Nel breve termine, “la domanda interna dovrà trovare sostegno nella tempestiva esecuzione del pagamento dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche”, ha spiegato Visco. Il governatore ha definito “non motivati” i dubbi di alcuni analisti sulla tenuta delle banche italiane, mentre ha accolto come un “passo importante” gli accordi europei che portano verso l’Unione bancaria. Visco ha anche speso una parola sulle banche popolari, auspicando di fatto per le maggiori il passaggio alla forma di spa. Nel complesso, alle banche va un invito preciso: “Aumentare i prestiti a famiglie e imprese e diminuire l’esposizione verso il settore pubblico”.(10 luglio 2013) ©