GIÙ ANCHE GLI SPORTELLI (-4%) E LE BANCHE CHE MANTENGONO SEDE AMMINISTRATIVA NEL TERRITORIO (-30%)
I dati sono stati presentati dalla FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani) nell’ambito della tavola rotonda “Banche e territorio, ruolo del sindacato e delle istituzioni”. L’appello della FABI: “Sindacato e istituzioni uniti per rivendicare necessità di un sistema bancario più vicino a istanze del territorio e dei lavoratori”. Presenti Flavio Tosi, Sindaco di Verona, Franca Rizzi Presidente Commissione Lavoro della Provincia di Verona e Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI. Banche sempre più distanti dal loro territorio di riferimento. Questo il fenomeno che si è verificato provincia di Verona negli ultimi 4 anni, dove dal 2008 al 2012 gli sportelli bancari sono diminuiti di oltre il 4%. Ma a ridursi drasticamente sono stati anche i gruppi bancari con propria sede amministrativa nella provincia: passati dai 13 del 2008 agli attuali 9 (-30%), anche a causa delle numerose fusioni e ristrutturazioni bancarie che si sono succedute dallo scoppio della crisi a oggi. A scontare pesantemente gli effetti di questo trend le piccole medie imprese, con una contrazione dei prestiti a loro favore come dimostra l’ultima rilevazione di Confartigianato Verona, e gli stessi lavoratori bancari veronesi, diminuiti di oltre il 5%. Basti pensare che il settore creditizio, a Verona, dal 2008 al 2012 ha perso quasi 600 posti di lavoro. L’allarme è stato lanciato oggi dalla FABI, il sindacato di maggioranza dei lavoratori del credito, nell’ambito della tavola rotonda “Banche e territorio, il ruolo del sindacato e delle istituzioni”, organizzato presso il Circolo Ufficiali di Castelvecchio a Verona e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Sindaco di Verona Flavio Tosi, della Presidente della Commissione Lavoro della Provincia di Verona Franca Rizzi e del Segretario generale della FABI Lando Maria Sileoni.
Al centro del dibattito l’evoluzione del sistema creditizio veronese e gli impatti delle grandi fusioni e della crisi sull’occupazione bancaria, sul rapporto tra banche e territorio e sulla governance degli stessi istituti. “I dati ci dimostrano purtroppo che il settore del credito, strategico per la nostra provincia ricca di piccole medie imprese, ha subito un impoverimento a tutti i livelli. Le fusioni e la nascita dei grandi gruppi bancari hanno portato a un allontanamento delle banche dal loro territorio di riferimento, con conseguenze negative sull’ occupazione e sui rapporti commerciali con le realtà locali”, ha detto Marco Muratore, Coordinatore FABI Verona. L’appello della FABI. E proprio alla luce dei dati presentati il Coordinatore di FABI Verona, Marco Muratore, ha voluto lanciare un appello al sindaco della città, Flavio Tosi. “Chiediamo al Comune di Verona di condividere la battaglia del piccole medie imprese locali e di farsi concretamente portavoce anch’esso di queste istanze attraverso la Fondazione Cariverona, uno dei maggiori azionisti del Gruppo Unicredit”. La FABI ha poi sollecitato Provincia e Comune a prendere posizione rispetto al maxi piano di esternalizzazioni avviato dal Gruppo Unicredit, che prevede la cessione di numerose attività del Consorzio informatico Ubis ad aziende che operano al di fuori del perimetro bancario, per un totale di 800 lavoratori coinvolti in Italia, di cui ben 117 nella provincia di Verona. “Chiediamo che Provincia e Comune, già impegnate su questo fronte con due ordini del giorno”, he detto Muratore, “continuino a sostenere il sindacato nel rivendicare solide garanzie occupazionali per i lavoratori dell’area di Verona, toccati da questo ennesimo piano di taglio del costo del lavoro privo di prospettive”. Ma un forte impegno è stato richiesto anche su altre vertenze bancarie con impatti sul Veronese, come quella di Hypo Alpe Adria Bank e Bhv, pronte a ritirarsi dal mercato italiano e Hypo Tirol Bank. “Serve un nuovo patto sociale tra istituzioni e sindacato per sollecitare un riavvicinamento delle banche alle economie del territorio e ai lavoratori”, ha concluso Muratore.
Caterina Berardi