BANCHE. All’assemblea svoltasi alla Fiera di Milano sindacati compatti nel no alla proposta di modifica dello statuto – I soci della Bpm bocciano voto online – Negativo il test in vista del 22 giugno quando sarà esaminata la trasformazione in spa
MILANO – Il voto a distanza non passa. I sindacati vincono ancora una volta. E il sogno del presidente Andrea Bonomi di trasformare la Banca Popolare di Milano in una spa ibrida sembra sempre più destinato a svanire. È questo il bilancio al termine dell’assemblea lampo della Bpm durata poco più di cinque ore e chiusa con un boato di esultanza e di applausi degli oltre duemila azionisti riuniti alla Fiera di Milano in rappresentanza per delega di 4.700 soci. Il voto da casa, per molti interpretato come un test vero e proprio in vista dell ́assemblea del 22 giugno chiamata ad esprimersi sulla spa e sull ́aumento di capitale da 500 milioni di euro per rimborsare i Tremonti bond, è stato bocciato a larga maggioranza. Ma per Bonomi non si tratta di «uno schiaffo» casomai del fatto che i sindacati, ai quali aveva chiesto di fare un passo indietro all ́apertura dell ́assemblea, sono ancora i veri comandanti della banca. «Oggi», ha dichiarato Bonomi, «il voto non è stato di dipendenti, soci o clienti: oggi chi ha votato a favore è stato una persona coraggiosa». Ma il finanziere, che alla fine della riunione pareva stordito per il colpo incassato dai soci, non si dà per vinto. E promette di andare avanti fino al traguardo di giugno. «Sul progetto spa non mi pronuncio» e comunque «non ho mai correlato le due cose», ha sottolineato rivolgendosi poi ai sindacati: «Abbiamo 60 giorni per vedere se capiscono il loro nuovo ruolo». «Nessuno ha mai detto che la discontinuità e il cambiamento sono cose facili», ha affermato il presidente «Far evolvere questa banca è una fatica». Dall ́altra parte della barricata la soddisfazione è grande. E il primo a manifestarla è stato Lando Sileoni, segretario generale Fabi. «Rispediamo al mittente ogni tentativo di minimizzare l ́esito plebiscitario dell ́assemblea, che rappresenta un punto fermo da cui ripartire», ha affermato il sindacalista. «È indispensabile che Bonomi e il comitato di gestione elaborino un piano industriale serio e non un progetto speculativo, come quello attuale». Intanto, ha affermato Sileoni, è necessario che dipendenti, soci e sindacati restino compatti in vista della prossima assemblea che deciderà sulla forma societaria.