Le parti sociali incontrano il presidente per discutere il progetto governanceBpm, sindacati in trincea sulla spa Le posizioni sono ancora distanti. Ora alle caute aperture della Fisac-Cgil si contrappone il muro della Fiba Cisl. Domani la Fabi invierà una lettera a Bankitalia. Possibili primarie
di Luca Gualtieri
Oggi potrebbe aprirsi l’ultimo atto della Banca Popolare di Milano prima della trasformazione in spa. Alle 15 il presidente Andrea Bonomi illustrerà ai vertici dei sindacati del credito il nuovo progetto di governance che a fine giugno verrà sottoposto al voto degli azionisti. Secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, non ci sarebbero stati incontri preliminari tra i segretari generali e dunque le organizzazioni potrebbero presentarsi in ordine sparso per poi elaborare una strategia comune nel corso del confronto. Il fronte del resto è molto diversificato: alle caute aperture della Fisac-Cgil (che si limita a chiedere un sorta di lock up triennale) si contrappongono il veto della Fiba-Cisl e la linea più rigida della Uilca, mentre la Fabi mantiene ancora una posizione attendista.
Proprio la Fabi, comunque, potrebbe essere l’ago della bilancia nella delicata partita. Il sindacato guidato da Lando Sileoni è storicamente la formazione più forte e radicata in Piazza Meda e, nell’arco dell’ultimo anno, non ha mai fatto sconti ai vertici. «Non ci esprimeremo prima di aver visto il documento ufficiale della banca relativo alla trasformazione in spa. Solo sulla base di quel progetto potremo esprimere un giudizio», ha spiegato ieri Sileoni. Secondo quanto risulta però nel corso dell’incontro di oggi la banca potrebbe non presentare alcuna documentazione ufficiale, riservandosi di informare i sindacati solo nelle prossime settimane. Più cauta, come detto, la posizione della Fisac-Cgil che propone una sorta di lock up, anche se le modalità tecniche e contrattuali per realizzarlo sono ancora tutte da definire. Il sindacato guidato da Agostino Megale guarda infatti con forte preoccupazione agli scenari disegnati negli ultimi mesi dalla speculazione: dall’ingresso di un socio forte alla fusione con altre banche cooperative. Giuseppe Gallo, segretario della Fiba-Cisl ha invece alzato recentemente le barricate, definendo la trasformazione in spa «un’operazione inattuale» perché «l’identità storica delle banche popolari deve essere preservata». Fabio Verelli dell’Ugl Credito ha fatto infine chiare aperture: «La trasformazione non ci vede contrari, se ciò servirà anche a reperire risorse finalizzate a un effettivo rilancio aziendale e a creare occupazione».
Un tema al centro dell’incontro di oggi saranno le condizioni dell’aumento di capitale riservato ai dipendenti, previsto dal piano. Se infatti l’operazione si rivelasse allettante sotto il profilo economico, non vi è dubbio che il passaggio dalla cooperativa alla spa potrebbe avvenire senza grandi problemi. Infine i sindacati chiederanno ragguagli sul nuovo sistema di voto che potrebbe essere introdotto nell’assemblea decisiva di sabato 22 giugno. In quella circostanza la banca dovrebbe infatti ricorrere per la prima volta nella storia delle popolari italiane al voto da casa. In questo modo l’affluenza all’assemblea potrebbe crescere in misura considerevole, visto che non sarà più necessario recarsi nel luogo deputato alle votazioni, ma basterà autenticarsi da casa con una password.
Non è chiaro se dopo l’incontro di oggi l’azienda sarà disposta ad avviare una vera e propria trattativa con i sindacati. Le parti sociali potrebbero però sondare l’umore dei dipendenti, avviando un vero e proprio referendum interno prima dell’assemblea. Nella partita potrebbe poi essere determinante il ruolo della Banca d’Italia, da sempre alleato di ferro di Bonomi. Per sondare l’umore della vigilanza, tra domani e giovedì la Fabi scriverà una lettera al governatore chiedendo una presa di posizione ufficiale sulla trasformazione in spa. (riproduzione riservata)