– di Rosaria Amato –
Cinque anni consecutivi di riduzione del reddito delle famiglie, il crollo del potere d’acquisto peggiore degli ultimi trent’anni, -4,8%: così l’Istat commenta i dati diffusi oggi, che documentano una spirale che al momento è irreversibile. Stiamo diventando sempre più poveri, il benessere sperimentato dalle generazioni di mezzo attuali potrebbe diventare un miraggio per i loro figli.
In cosa si traduce questa nuova povertà (a parte i casi di disperazione di chi perde il lavoro e viene strangolato dal bisogno) ce lo spiega anche l’indagine della Cia: il 28% degli italiani (cioè 6,5 milioni di persone) compra quasi esclusivamente nei discount e il 34% (7,4 milioni) opta per cibi di qualità inferiore “perché sono molto più economici”.
Il 41,4% delle famiglie ha ridotto i consumi di frutta e verdura e il 38,5% quelli di carne e pesce, mentre il consumo del “cibo spazzatura” è cresciuto in un anno del 7%: Continuiamo a produrre le buone cose della tradizione mediterranea, ma ormai con l’occhio ai mercati esteri più che a quello interno.
Un’indagine Cermes-Bocconi poi esamina le strategie di risparmio esclusivamente femminili: a ridurre le spese è stato l’89% delle donne. Si taglia su tutto, le vacanze (per il 72% delle rispondenti), le uscite con amici e parenti (67%), l’abbigliamento (66%), la cura del corpo (62%), colpito anche il consumo culturale (cinema, libri, mostre), ridotto da quasi la metà del campione (47%), il 46,7% ha rinunciato all’estetista e quasi il 57% al parrucchiere.
Quando si spende, lo si fa con maggiore oculatezza: il 71% delle donne va sistematicamente alla ricerca di sconti e promozioni, mentre il 35% ha eliminato i prodotti di marca e acquista solo prodotti a marchio del supermercato.