“FABI on the road” fa tappa a Brescia, dove oltre 150 dirigenti sindacali incontrano il Segretario generale FABI Lando Maria Sileoni.
Alle 13 hanno inizio i lavori, introdotti dal Coordinatore del Sab bresciano Piergiuseppe Mazzoldi.
In sala, sindacalisti “veterani”, pensionati, molte “nuove leve”: tutti seguono con attenzione l’intervento di Sileoni e si preparano ad esporre i loro quesiti.
Lando Sileoni sottolinea subito il motivo fondamentale che lo ha spinto ad intraprendere questa serie di incontri sul territorio: toccare con mano, conoscere a fondo la situazione delle varie province, ascoltando le considerazioni dei rappresentanti sindacali, vero cuore dell’Organizzazione; e, naturalmente, dare risposte mirate alle loro domande.
Il confronto tra Sileoni e i dirigenti sindacali è centrato sull’attuale situazione del settore, e del mondo lavorativo in genere, caratterizzata da un profondo disorientamento complessivo, ormai tangibile segno dei tempi.
Dai numerosi interventi della platea, emerge un interrogativo generale: quali sono le modalità per uscire da questa situazione?
“Le banche sono in crisi, su questo non c’è dubbio”, la risposta di Sileoni. “Non sanno dare risposte alle imprese, non sanno dare risposte ai clienti”.
“Il problema principale resta, però, quello delle sofferenze bancarie, solo parzialmente conseguenza della crisi e causate, invece, da una cattiva gestione e qualità del credito, concesso sempre e soltanto ai soliti noti”.
Sileoni ha ricordato che, a tal proposito, soltanto la FABI si è sempre impegnata per denunciare pubblicamente questa situazione.
Il Segretario generale FABI ha anche sottolineato la necessità di un rapporto sempre più stretto tra capitale e lavoro. Così come in altri paesi europei, dove i lavoratori siedono nei consigli di amministrazione aziendale, anche in Italia servirebbe la presenza di una rappresentanza dei lavoratori nelle “stanze dei bottoni”.
Poi, ha ricordato l’importanza di aver rinnovato il Contratto Nazionale: un accordo importante, che ha valorizzato la categoria e che ha visto, ancora una volta, la nostra Organizzazione ricoprire un ruolo di primo piano nella difesa dei lavoratori.
Determinante, anche in questo caso, si è rivelata la capacità di una visione lungimirante, caratteristica della FABI.
“Siamo scesi in campo su temi fondamentali, come la difesa dell’Articolo 18, l’eccessiva retribuzione dei manager” ricorda ancora il Segretario Sileoni “e contro il rischio dell’introduzione, nel settore, dell’Indennità di Disoccupazione, che avrebbe causato il prepensionamento obbligatorio di 34mila lavoratori bancari”.
Alla domanda “Come deve comportarsi l’attivista FABI?”, la pronta risposta del numero uno dell’Organizzazione: “L’attivista FABI deve essere preparato e autorevole. Autorevolezza e capacità di dire come stanno effettivamente le cose, parlando chiaro ai lavoratori”.
“Il sindacalista FABI deve saper intervenire, ha tutti gli strumenti per farlo. Ogni singola azione è determinante e richiede, perciò, coraggio e lungimiranza: il coraggio di combattere ma, anche, lungimiranza e capacità di negoziare” conclude Sileoni.
“La nostra regola: mai perdere la propria dignità sbandando in inutili antagonismi. Ricordando, sempre, che siamo soltanto noi i protagonisti del nostro destino”.