di Luca Gualtieri
In Italia le primarie sono state finora soltanto un fenomeno politico. Le ha introdotte per la prima volta la coalizione di centrosinistra nel 2005 e si sono ripresentate poi regolarmente a ogni legislatura. Nei prossimi mesi però questa modalità plebiscitaria di voto potrebbe sbarcare anche nel mondo bancario, in particolare alla Banca Popolare di Milano.
È questa la proposta lanciata da Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato più rappresentativo nel settore del credito. Oggetto della consultazione dovrebbe essere il progetto di riforma statutaria al quale in queste settimane stanno lavorando i vertici della banca. In particolare la bozza prevede l’adozione di un modello ibrido con una Fondazione e una società per azioni quotata, partecipata dai dipendenti. Per il momento la posizione dei sindacati è assai cauta e le primarie potrebbe servire per fare definitivamente chiarezza. «Mi piacerebbe arrivare a un’azione congiunta con l’intero fronte sindacale per esprimere una proposta unitaria», spiega Sileoni a MF-Milano Finanza. «Sottoporremo ai dipendenti di Bpm una semplice domanda: siete favorevoli o contrari alla trasformazione in spa, come prefigurata dalla banca?». Ovviamente la consultazione non avrebbe valore vincolante per i vertici di Bpm, ma darebbe alla società e al mercato un segnale molto chiaro sugli umori all’interno della banca e lascerebbe prefigurare l’esito di un successivo voto assembleare. Molto vicina è la posizione di Agostino Megale, segretario generale della Fisac-Cgil: «Le segreterie generali dei sindacati dei bancari sono in sintonia nel ritenere che a decidere sul futuro modello di governance di Bpm debbano essere i dipendenti attraverso il voto». Resta da capire quali potrebbero essere gli esiti di una bocciatura della bozza Bonomi. Informalmente la Banca d’Italia avrebbe infatti già espresso parere positivo sulla riforma e uno scontro potrebbe essere molto rischioso. Da qui un atteggiamento ancora prudente nel fronte sindacale: «È importante per tutti i sindacati tenere in grande considerazione il parere della Vigilanza», puntualizza Megale.