Home Rassegna Stampa Il rilancio. Il gruppo senese accelera sul nuovo piano – Mps soffre ancora i diktat Eba (da IL SOLE 24 ORE, venerdì 14 dicembre 2012)

Il rilancio. Il gruppo senese accelera sul nuovo piano – Mps soffre ancora i diktat Eba (da IL SOLE 24 ORE, venerdì 14 dicembre 2012)

di Redazione

LE CAUSE DELLA CRISI L’istituto in difficoltà paga ancora l’esposizione al debito sovrano italiano (27 miliardi in BTp) e l’acquisto di Antonveneta

FIRENZE – È la banca italiana più coinvolta dal diktat patrimoniale (Core Tier 1 al 9%) emesso oltre un anno fa dall’Autorità europea del settore (Eba). Il fatto che Banca Mps avesse Btp per 27 miliardi con una perdita implicita di 5, è all’origine dei guai del gruppo senese che i nuovi vertici, il presidente Alessandro Profumo e l’ad Fabrizio Viola, in sella da meno di un anno, provano a rimettere in linea di galleggiamento con il piano industriale 2012-2015. Più dell’acquisto di Antonveneta, che pure ha indebolito la struttura patrimoniale di Rocca Salimbeni, è l’esposizione al rischio sovrano italiano ad aver dato il colpo di grazia. «Nessuno con i propri soldi avrebbe comprato un portafoglio del genere», ha ribadito ieri Profumo, parlando alla conferenza organizzativa della Fabi, il sindacato dei bancari. «Il problema non è la quantità, ma la durata – ha aggiunto –. Abbiamo bond al 2041 e altri al 2034: forse qualcuno pensava di avere un pasto gratis». Sta di fatto che l’Eba ha indicato per la terza banca del Paese l’esigenza di un buffer straordinario e temporaneo di 3,2 miliardi e che per questo Siena ha chiesto allo Stato 3,9 miliardi (con lo strumento dei Monti bond, inseriti ieri nel disegno di legge sulla stabilità con termine di emissione a marzo 2013), comprensivo del vecchio impegno pubblico per 1,9 miliardi (i Tremonti bond del 2009 che saranno automaticamente rimborsati) destinato a crescere perchè gli interessi saranno pagati con altri Monti bond e non in azioni (il provvedimento, in linea con le indicazioni di Bruxelles, è nel decreto legge salva-infrazioni). Rocca Salimbeni eviterà così che, uscita dalla porta, la politica rientri dalla finestra. «Quello è il passato», ha ribadito Profumo, ricordando che la Fondazione Mps è destinata a diluirsi ancora. «Con me e Viola la politica starà lontana dalla banca e dalla contrattazione sindacale – ha detto ancora –. Abbiamo colleghi eccezionali, con un senso di appartenenza unica, e insieme supereremo queste secche».

Sul tema delle esternalizzazioni, Profumo si è rivolto alle organizzazioni sindacali disponibili a sedersi al tavolo della trattativa sulla base della proposta dell’azienda che coinvolge 1.100 dipendenti.

Per Lando Silleoni, segretario generale della Fabi, sindacato maggioritario, «la trattativa può andare avanti, a condizione di garantire a tutti il posto di lavoro e il contratto della categoria». Il piano industriale prende concretezza. C.Per.

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