Profumo: Italia troppo bancocentrica – LO SCENARIO Micheli (Intesa): cambiare modo di fare banca Arpe (Profilo): il sistema deve rivedere la struttura dei ricavi e i costi
ROMA – Un grido di allarme, lanciato davanti ad una platea sindacale. La situazione difficile delle banche italiane è senza precdenti, e gli sforzi devono essere ecezionali. Davanti ad una platea sindacale una folta rappresentanza del sistema ha messo a nudo un quadro drammatico. «Siamo in un momento di straordinaria difficoltà – ha detto Francesco Micheli, chief Operating Officer di Intesa Sanpaolo e Presidente comitato affari sindacali Bbi –, la banca opulenta di qualche anno fa non c’è più, bisogna dimentircarla». Intervenendo alla conferenza della Fabi Micheli ha snocciolato i punti dolenti cui deve fare fronte il sistema: ricavi in drastico calo, costi del personale «squilibrati», bassa redditività, capacità produttiva in eccesso. «A disposizione delle aziende ci sono gli strumenti per affronatre le ristrutturazioni, serve ora il coraggio di usarli». E ancora: «Bisogna cambaire radicalmenete il modo di fare banca. Abbiamo il problema dell’occupazione, che con la riforma delle pensioni è ancora più complesso con la prospettiva di uscita in spostata avanti di 2-4 anni» Parole forti anche da Alessandro Profumo, presidente di Banca Mps. «Siamo in un buco, bisogna capire come uscirne. É inutuile nasconderlo, in Italia siamo troppo bancocentritici, e alle condizioni attuali molte banche sono destinate a sparire». Anche per Roberto Nicastro, direttroe generale di Unicredit Group, «la situazione è senza precedenti. La forbice (tra tassi attivi e passivi, ndr) non è mai stata così compressa. La sfida è quella di riorganizzarci, come stiamo facendo in Unicredit, con una crescente attenzione al territorio, e con lo sviluppo di nuove funzioni dentro la banca che fino a poco tempo fa neppure esistevano. Sono tutte sfide per affrontare la crisi e dare prospettiva al business». Per Matteo Arpe, amministratore delegato di Sator spa, «è aumentato il costo della raccolta, il sistema deve rivedere la struttura dei ricavi». Gianfilippo Pandolfini, vice direttore generale di Bnl: «Le banche devono avere maggiore attenzione per il clinete e investire massicciamente sia sul personale che sulle tecnologie». Nel sistema bancario – ha detto Lando Silleoni, segretario generale Fabi,« manca una distribuizione della ricchezza intelligente ed equa. C’é troppa distanza tra i compensi dei manager e quelli corrisposti ai lavoratori».