Massimo Restelli – Mar, 02/10/2012 – 07:24
Monte Paschi vende Biverbanca alla Cassa di Risparmio di Asti accettando di dimezzare la propria presenza in Bankitalia dal 4,6% al 2,5%, ma la trattativa con i sindacati sul piano industriale frana. Ieri all’auditorium di viale Mazzini l’ultimo abboccamento, poi il verdetto: i 50 giorni della vertenza si sono chiusi senza alcun accordo. Il Monte mantiene un atteggiamento di disponibilità, nell’auspicio che la trattativa riparta con una proroga, ma già ieri sera a Siena i sindacati stavano preparando la guerra e altre giornate di sciopero. Lo scontro ruota attorno alle 2.300 esternalizzazioni previste dal piano industriale disegnato dall’ad Fabrizio Viola per risanare Rocca Salimbeni.A comunicare la fumata nera è stata in una lettera ai dipendenti la stessa responsabile delle risorse umane Ilaria Dalla Riva evidenziando l’«indisponibilità pregiudiziale del sindacato» a qualsiasi forma di esternalizzazione. Ogni mediazione è quindi fallita, compresa l’idea di ricorrere al Fondo esuberi per 900-1.000 addetti così da ridurre le forze da esternalizzare (una parte dei prepensionati sarebbero infatti nel «Consorzio»); Siena aveva poi prospettato di riportare in casa alcune attività cedute dalla precedente gestione. A questo punto – scrive Ilaria Dalla Riva – Mps procederà nel progetto originario di escludere dal proprio perimetro l’intero back office e disdice il contratto integrativo (Cia). Siena non intende comunque forzare la mano e quindi non avvia la procedura (40 giorni), nella speranza che il confronto riparta. «Ora sarà muro contro muro» perché esternalizzare «significa trasferire alle aziende che subentrano i licenziamenti», attacca però il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni. Se «passasse questo disegno – prosegue – sarebbe la fine della categoria perché ogni gruppo esternalizzerebbe migliaia di lavoratori».Quanto invece a Biverbanca, l’accordo prevede ora che Mps trasferisca a Cr Asti anche la rispettiva quota di Bankitalia (2,1%). Siena, oltre ai 203 milioni pattuiti, riceverà quondi in dieci anni una «integrazione» fino a 100 milioni, calcolata anche in base al valore dalle quote della Vigilanza. Il Monte scende quindi dal quinto all’ottavo posto nel libro soci di Palazzo Koch, dietro alla stessa Asti. Intanto, Viola e il presidente Alessandro Profumo hanno incontrato lo ?zoccolo duro? dei propri clienti, le imprese della Provincia, assicurando che Mps «porterà a casa gli obiettivi» sui costi.Infine al piano superiore, la Fondazione Mps è scesa al 35% di Rocca Salimbeni, cedendo un altro 1,4% a inizio settembre. E Profumo ha aperto alla possibilità di rivedere il tetto del diritto di voto attualmente in vigore per i soci privati del Monte (4%).