MILANO, 27 settembre (Reuters) – Al termine della due giorni di riunioni con i vertici di Intesa Sanpaolo, i sindacati hanno definito “inaccettabile” la posizione aziendale emersa e si riservano, qualora non si giungesse a un accordo nei tempi previsti, di assumere “tutte le possibili azioni di mobilitazione”. In una nota congiunta diffusa al termine dell’incontro cominciato ieri e proseguito nella mattinata di oggi, i sindacati affermano di ritenere “indispensabile” che siano esperite “tutte le possibilità di trattativa per cambiare le posizioni dell’Azienda entro i termini previsti dalla procedura contrattuale, la cui scadenza è fissata per il 15 ottobre”.
Le richieste dei sindacati vertevano sulla definizione di un impianto normativo ed economico che accompagni il processo di riorganizzazione aziendale con misure di tutela per tutto il personale, sulla ricerca di spazi per favorire la tenuta e la crescita dell’occupazione e su misure eque di contenimento dei costi, temporanee ed eccezionali, e in presenza di tagli ai costi per consulenze, retribuzioni del top management e semplificazioni delle strutture.
Le risposte dell’azienda – si legge nella nota – sono state “provocatorie e inaccettabili”. Un nuovo incontro dovrebbe tenersi a Torino il prossimo 4 ottobre, spiega una fonte sindacale. Intesa a metà settembre ha confermato ai sindacati il piano di accorpamenti o chiusure su 1.000 filiali che, insieme alla riorganizzazione di alcune società del gruppo, porteranno altre 2.000 eccedenze di personale, oltre alle 5.000 già previste dal piano industriale, di cui 1.000 ricollocabili nelle istituto o in sue controllate.
Su un altro fronte caldo dal punto di vista sindacale, vale a dire Mps, si registra la posizione del segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, il quale in una nota dichiara che “la trattativa sul piano industriale del Gruppo Montepaschi di Siena non produce risultati a causa di una strategia aziendale che è ferma su posizioni preconcette e non accetta un confronto costruttivo. Deroghe al contratto nazionale non sono possibili e ribadiamo che le esternalizzazioni vanno ritirate”.
“Le soluzioni per raggiungere un accordo – prosegue Sileoni – possono essere trovate, ma per fare ciò bisogna esser in due e non mi pare che la banca si stia muovendo nella giusta direzione. La trattativa sul piano industriale è iniziata e finirà a Siena. Non ci sono altri tavoli possibili”.