ROMA – Prende il via la trattativa sulle ricadute occupazionali del piano industriale 2012-15 di Mps. Oggi e domani i sindacati sono convocati a Siena per discutere i contenuti del piano sulla base dell’apertura formale della procedura ai sensi degli articoli 18 e 19 del ccnl relativo a occupazione e relazione sindacali. In ballo 4640 esuberi in gran parte frutto delle esternalizzazioni del back office (2300 lavoratori) e della cessione delle società del gruppo Biver, Consum.it e ramo leasing Mps vuole disdettare dal 1° novembre tutti gli accordi aziendali perché, secondo la banca, «non più compatibili con gli attuali risultati reddituali e gestionali», ad eccezione per le parti che riguardano previdenza complementare e assistenza sanitaria, e ricercare con le organizzazioni sindacali le soluzioni più idonee per contenere le ricadute occupazionali del piano, come del resto previsto dalla legge. Il Piano industriale 2012 -2015 del gruppo presieduto da Alessandro Profumo presentato nelle scorse settimane, «costituisce la risposta alla complessità del contesto esterno ed interno» – si legge della lettera di avvio di procedura -. Si inserisce, infatti, in uno scenario economico-finanziario «di perdurante negatività a cui si aggiungono le richieste di requisiti di capitale e liquidità sempre più stringenti (Eba e Basilea 3), in base alle quali le banche devono rafforzare la propria struttura patrimoniale sostenendo ulteriori aggravi per l’aumento della quantità e della qualità del capitale da detenere». In questo contesto si rendono dunque «necessari interventi che, in coerenza con gli scenari complessivi, attivino leve adeguate in relazione alla complessità anche dei fattori interni al gruppo (profilo della patrimonializzazione deteriorato a causa della svalutazione degli attivi finanziari, compressione del margine primario, aumento del costo del credito)».
«Il piano non ci convince, non ci ha mai convinto, perché non dà certezze né al prossimo futuro del gruppo né ai lavoratori – dice Lando Sileoni, leader Fabi. «Non corrispondono al vero le dichiarazioni di alcuni dirigenti di Mps quando affermano che la banca non licenzierà personale. È vero esattamente il contrario: diminuiranno i posti di lavoro, chiuderanno 400 sportelli bancari con una inevitabile perdita di clientela e di rapporto con il territorio».