(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 27 lug – L’alta adesione dei dipendenti delle filiali UniCredit e Mps, circa l’85% secondo i dati forniti dai sindacati con la conseguente chiusura del 90% delle filiali, “dimostra il dissenso dei lavoratori di fronte all’arroganza e alla miopia politica dei banchieri”.
Lo dice Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, il maggiore sindacato del credito. “Se i banchieri non cambieranno radicalmente la politica industriale nelle riorganizzazioni e ristrutturazioni in atto – si legge in una nota – all’estate calda seguira’ un autunno ancora piu’ conflittuale”. Le banche, aggiunge, “stanno attuando politiche aggressive rispetto ai diritti dei lavoratori e le uniche soluzioni di una classe dirigente talvolta inadeguata vengono realizzate tagliando posti di lavoro, variando gli ennesimi modelli distributivi che disorientano la clientela e aumentano il distacco tra le banche e i rispettivi territori d’appartenenza”. La massiccia adesione agli scioperi di oggi “dimostra anche lo scollamento esistente tra il personale e i vertici aziendali. Nel caso del Gruppo Mps, il nuovo piano industriale risulta completamente carente delle piu’ elementari e concrete prospettive di crescita e di sviluppo”, conclude Sileoni.