di Ruggiero Capone
Sta per rompersi l’idillio tra il Pd e il governo Monti. Mentre Bersani e Franceschini cercano di mantenere in vita l’esecutivo, all’interno del Partito democratico monta la protesta contro i provvedimenti di Monti. «Quando si deve scegliere la rotta è compito della politica» ha detto Stefano Fassina ai giornalisti che domandavano circa un eventuale ruolo nella prossima legislatura per l’attuale “premier tecnico” Mario Monti. «Ci vuole un governo politico – ha spiegato Fassina – un governo eletto, possibilmente in un confronto nel quale emerga in modo chiaro che c’è un cambiamento progressista». La bocciatura al Monti bis è evidente: e certo non piace a quell’Udc che cerca intese col Pd. Secondo Fassina oggi «siamo in un passaggio storico in cui si deve scegliere la rotta, non ci sono percorsi definiti rispetto ai quali si devono attuare disposizioni». Quindi, Fassina ribadisce che il compito di scegliere la rotta tocca alla politica: «Noi mettiamo in campo una proposta credibile di cambiamento progressista guidato da Bersani». Fassina abilmente boccia Monti e passa la patata bollente al segretario del suo partito. Fassina ha volutamente gettato nella mischia Bersani: proposta decisamente imbarazzante. Altra coltellata all’esecutivo Monti arriva sempre dal Pd: questa volta il senatore Lucio D’Ubaldo mira alle banche. «Non basta la stretta sui bonus e le stock options dei manager di Mps, decisa ieri dal Senato – dice D’Ubaldo – la moralizzazione non può riguardare solo alcuni aspetti superficiali, destinati a provocare saltuariamente la fugace indignazione della società civile. Chi ha pagato per gli errori commessi e i tanti guai procurati in questi anni? – si domanda D’Ubaldo – È un quesito più che legittimo. Per altro la stampa riferisce di nomine che, a giudizio del segretario generale della Fabi Lando Sileoni, sembrano riproporre dalle parti di Rocca Sibalda il vecchio intreccio tra politica e credito. Eppure il Ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, aveva promesso un cambio di prassi e mentalità. In realtà – aggiunge D’Ubaldo – il nuovo corso stenta ad affermarsi. C’è allora bisogno di grande chiarzza». Un attacco più che frontale al Monte dei Paschi, al ministro Grilli e, soprattutto, ai poteri forti bancari amici di Monti. «Alla luce di queste considerazioni – continua l’esponente del Pd – spetta al Governo valutare fino a che punto sia accettabile, in termini politici, assegnare una discutibile priorità alla tutela di pessimi amministratori di banche». E poi l’affondo di D’Ubaldo sulle «dolorose operazioni di contenimento della spesa pubblica».