(ASCA) – Firenze, 20 lug – ”Una Banca che ricorre all’aiuto dello Stato” dovrebbe ”pretendere da chi la rappresenta una chiarezza maggiore rispetto a vicende che ne riguardano l’onorabilita’, ed attuare una politica retributiva del Top Management fondata su criteri di trasparenza, e soprattutto in grado di evitare le oscene differenze salariali esistenti (espresse con il rapporto di 1 a 100, fra retribuzioni di base e retribuzioni apicali), che sono state oggetto di contestazione da parte delle Autorita’ di Vigilanza, delle segreterie nazionali e dell’Abi stessa”.
Lo affermano in una nota le organizzazioni sindacali di Mps, a proposito dell’intervista al presidente Alessandro Profumo pubblicata da ‘L’Espresso’. ”In quanto alla volonta’ – aggiungono – che emerge dall’intervista, di dare lezioni sui criteri di sana gestione, vorremmo ricordare al Presidente che sulla vicenda delle nomine, anche quelle piu’ recenti, l’autonomia e la trasparenza non si sono affatto notate”. Dall’intervista, secondo i sindacati, emerge ”la drammatizzazione della situazione della Banca”, che non giustifica le ”misure draconiane previste dal Piano industriale”, e ”la minimizzazione delle ricadute sul personale delle misure previste dal Piano Industriale”. Sul Monte dei Paschi arriva anche la presa di posizione di Lando Maria Sileoni, segretario generale della FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari, secondo cui ”la gestione di un Gruppo bancario come Mps, che chiede ed ottiene un determinante aiuto economico da parte dello Stato, deve essere trasparente, inattaccabile, ineccepibile, nell’ottica di un’etica tutta da conquistare. Continuare a gestire una banca come fosse un’azienda di proprieta’ non e’ accettabile: vengono effettuate nomine con le sole vecchie logiche partitiche e nel nuovo piano industriale, che non e’ ancora chiaro se abbia ricevuto o meno l’autorevole assenso della Banca d’Italia, non esistono concrete prospettive di crescita ma solo previsioni tutte da verificare”.