Il Monte dei Paschi di Siena nei prossimi giorni sciopererà contro la riduzione del personale per oltre 4.600 bancari (uno ogni sette) e la chiusura di 400 filiali sulle 2.915 aperte in Italia. È la decisione attesa dopo le due riunioni del 27 giugno a Siena tra Rsa e segretari nazionali di DirCredito, Fabi, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil, Ugl e Uilca e il management per il piano industriale 2012-15, che mira a un utile netto di 630 milioni e un taglio dei costi operativi per 565 milioni. In una nota unitaria i sindacati stigmatizzano “l’assoluta mancanza di qualsiasi idea di progetto industriale e una sconcertante approssimazione. L’unica cosa che interessava erano i tagli occupazionali e del costo del lavoro: non è stata data alcuna risposta su cessioni di asset, gestione di esuberi ed esternalizzazioni. Il Cda ha approvato anche la disdetta dell’integrativo: una decisione di arroganza infinita”.
I sindacati contestano accentramento del credito e chiusura di sportelli (che mina i rapporti coi territori), l’esternalizzazione del backoffice che va in direzione opposta al contratto nazionale appena firmato (che mira a riportare all’interno le lavorazioni), si chiedono come si rispettino le previsioni contrattuali sulla mobilità rispetto ai mille dipendenti inviati ad acquisire clientela e al taglio di cento dirigenti e perché non siano toccate le sponsorizzazioni milionarie a calcio e basket senesi.
Le riunioni del 27 giugno, la prima tra i segretari generali e dei coordinatori delle Rsa, la seconda con un centinaio di delegati alla presenza dell’ad Fabrizio Viola e di Ilaria Dalla Riva, responsabile delle risorse umane, hanno visto il contrasto ai limiti dello scontro fisico tra il presidente Alessandro Profumo e il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, dopo un durissimo scambio di accuse su alcuni volantini interni e sul ruolo pregresso di Profumo. Profumo ha avvisato di non tollerare più volantini con «attacchi e insulti personali», Sileoni ha risposto che la Fabi non accetta insegnamenti e non è a libro paga di nessuno. Ormai il rapporto tra banca e dipendenti è in frantumi. Anche il sindacato però ha commesso errori: nel 2007 si poteva utilizzare il Fondo di solidarietà per prepensionare volontariamente migliaia di dipendenti (una mossa relativamente indolore) ma il passo non fu fatto per l’opposizione delle Rsa. Ora tutti guardano al 2013, quando ci sarà l’elezione del nuovo consiglio della Fondazione: a Siena non c’è famiglia che non ha qualcuno al Monte. Dopo lo sciopero che lunedì 2 luglio fermerà Intesa Sanpaolo, presto sarà il turno di Mps. Ma i gruppi che si fermano potrebbero non finire qui. Nicola Borzi – nicola.borzi@ilsole24ore.com