ROMA – Sindacati in trincea sul nuovo piano industriale di Mps che prevede 4600 esuberi con 100 dirigenti a casa e 400 prepensionati oltre alla riduzione degli stipendi del 5% per 12 mesi. L’altra sera a valle della presentazione al mercato del piano c’è stato un incontro fra Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e il capo delle risorse umane Ilaria Della Riva e i segretari nazionali delle principali sigle.
Nel corso del confronto sarebbero volate parole grosse fra Profumo e Lando Sileoni, leader della Fabi su alcuni aspetti del piano. «L’esposizione aziendale ha ovviamente confermato i contenuti dei progetti già resi noti – si legge in una nota dei sindacati – oltre alla assoluta mancanza di una qualsiasi idea a livello di progetto industriale, ed una sconcertante approssimazione su ogni punto presentato. Evidentemente l’unica cosa che interessava al management era l’effetto annuncio dei pesanti tagli occupazionali e del costo del lavoro, mentre non è stata data alcuna specifica risposta sui temi ad essi correlati, quali cessioni di asset, gestione degli esuberi ed esternalizzazioni. Abbiamo tra l’altro verificato – prosegue la nota sindacale -che il cda ha approvato, oltre al piano d’impresa, la disdetta del contratto integrativo. Si tratta di una decisione di arroganza infinita. Si vorrebbero cancellare, con due righe di una delibera approvata da persone che nulla sanno della banca e della sua storia, decenni di conquiste sindacali, in perfetta sintonia con i comportamenti delle peggiori controparti del settore creditizio e del settore industriale». Le sigle concludono: «sono già in corso di attivazione le procedure per indire uno sciopero di tutto il personale».