I dirigenti Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier sono stati condannati a 16 anni accusati per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. I magistrati nelle oltre 700 pagine di motivazione scrivono: “Cercarono di nascondere e minimizzare effetti nocivi”
“Emerge tutta l’intensità del dolo degli imputati perché nonostante tutto hanno continuato e non si sono fermati né hanno ritenuto di dover modificare radicalmente e strutturalmente la situazione al fine di migliorare l’ambiente di lavoro e di limitare per quanto possibile l’inquinamento ambientale”.
Sono state depositate poco dopo le 12 al Tribunale di Torino le motivazioni della sentenza del processo Eternit. Il primo commento del pm Raffaele Guariniello: “È una pietra miliare della giurisprudenza perché afferma dei principi che non valgono solo nel singolo caso ma anche per il futuro. Come il dolo e il disastro ambientale, anche dell’ambiente esterno. Sono tutti principi che spero siano preziosi per i giudici italiani ma anche per tutto il mondo perché purtroppo queste tragedie si sono verificate e si stanno ancora verificando in tutto il mondo”.
Il documento spiega, in 733 pagine, le ragioni della condanna in primo grado dei due ex manager della multinazionale dell’amianto, Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier, a 16 anni di carcere pronunciata lo scorso 13 febbraio. I due dirigenti erano accusati di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Il processo con l’Eternit, il più grande mai celebrato in Italia per il disastro dell’amianto, conta migliaia di casi tra morti e malati per malattie connesse.
“Non può essere riconosciuta alcuna attenuante – scrive il giudice Giuseppe Casalbore – mentre risulta evidente che gli imputati hanno agito in esecuzione del medesimo disegno criminoso. Le motivazioni della sentenza raccontano le fasi del più grande dibattimento mai celebrato per questioni legate alla nocività dell’amianto: fra morti e malati sono stati presi in esame diverse migliaia di casi. Inoltre secondo i magistrati gli imputati “hanno cercato di nascondere e minimizzare gli effetti nocivi” del minerale killer.