Sì a larga maggioranza al nuovo contratto dei bancari.
di Alessandro Carollo
Si concludono oggi le assemblee per l’approvazione del contratto dei 300 mila lavoratori bancari italiani. I dati sull’esito delle consultazioni non sono stati ancora ufficializzati, ma, a quanto risulta a MF-Milano Finanza, è ormai certo che i lavoratori abbiano approvato a larga maggioranza l’accordo sottoscritto dall’Abi e dalle organizzazioni sindacali il 19 gennaio scorso. I sì, stando ai dati raccolti fino a venerdì, hanno vinto sui no con uno scarto di 17.415 voti. Nel dettaglio, in oltre 1.500 assemblee che si sono svolte in tutta Italia, su 98 mila votanti circa i favorevoli sono stati 56 mila, i contrari circa 38mila e gli astenuti 4.500.
«L’ampio consenso con il quale la categoria conferma l’ipotesi d’accordo», commenta a MF-Milano Finanza Giuseppe Gallo, segretario generale della Fiba Cisl, «dimostra l’intelligenza e la maturità politica delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, che, come sempre, nelle fasi di svolta del settore bancario, affidano al valore della solidarietà la difesa dei propri interessi immediati e futuri. Ne esce così rafforzata», sottolinea Gallo, «la tenuta unitaria dell’organizzazione sindacale, nonostante la presenza, durante la consultazione, di atteggiamenti forsennati e irresponsabili del Comitato per il no».
Secondo il segretario generale Fiba Cisl, «in particolare la Fabi ha confermato la storica solidità e coscienza di organizzazione, coerente con una gestione politica lungimirante e determinata dei suoi vertici. Ma un ringraziamento per il positivo esito delle consultazioni va allo slancio di militanza dei quadri Fiba, che si sono spesi con convinzione e determinazione in tutta la tornata assembleare».
Prossima e ormai imminente tappa dell’iter contrattuale sarà la firma dell’accordo appena approvato dai lavoratori in Abi da parte dei segretari generali delle sette organizzazioni sindacali del credito. Anche la Falcri sembra confermare la propria firma sul nuovo contratto.
Il pericolo di restare senza un contratto nazionale di riferimento era concreto, e in questo caso, le aziende avrebbero avuto la piena facoltà giuridica, confermata da numerose sentenze della Cassazione, di disdettare unilateralmente il vecchio contratto di categoria, tuttora applicato ma scaduto il 31 dicembre 2010, con la conseguenza che sarebbero dunque saltate tutte le previsioni economiche e normative dell’architettura contrattuale nazionale.
Una disdetta che avrebbe potuto compromettere anche la validità degli integrativi.
Alla vittoria ha contribuito in maniera determinante l’azione politica della Fabi, per stessa ammissione del segretario Fiba Cisl («si sono mossi come una falange macedone»). Le storiche roccaforti della Fabi nel Nord hanno mostrato una solida tenuta, persino nelle piazze dove i Comitati per il no apparivano determinati e coesi. In Sicilia i quadri sindacali Fabi hanno portato i sì a vincere quasi all’unanimità, mentre i Comitati per il no hanno spadroneggiato in Liguria e in alcune zone della Campania, dove a Napoli operava la task force di Domenico Moccia, ex segretario generale Fisac contrario alla linea del suo sindacato.
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1 commento
Ora ……..siamo tutti più’ sereni!!!
La categoria in questo momento difficile si e’ compattata difendendo i propri interessi e mostrando capacita’ di valutazione e lungimiranza anche per le generazioni future. Lo hanno dimostrato con affluenze record in tutte le regioni, dalla Lombardia alla Sicilia.
E’ stato un grande contratto : AUMENTO ECONOMICO , NUOVA OCCUPAZIONE…….SENZA NEMMENO UN MINUTO DI SCIOPERO. Mi fa piacere leggere come il Segretario della Fiba Cisl Gallo ha definito determinante l’azione politica della Fabi , come determinante , questo lo dico io filosofeggiando e’ come al solito l’abilita’ del ns ” Deus ex machina ” Lando Sileoni.