Cristina Casadei
Banchieri e Governo lancino un segnale. I sindacati del credito che hanno siglato unitariamente l’ipotesi di accordo per il rinnovo del ccnl – Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl credito e Uilca –, scegliendo di dare priorità all’occupazione, adesso chiedono ai banchieri e alla politica di fare la loro parte. In una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, al Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco e al Presidente di Abi, Giuseppe Mussari chiedono di riportare il rapporto tra il total reward del top management delle banche e la retribuzione media del restante personale entro il rapporto di 20 a 1.
Quella «per la regolamentazione delle retribuzioni nel settore é una battaglia che facciamo in solitudine – sottolinea però il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni – la classe politica é latitante».
Ma venendo ai numeri e focalizzandosi sui cinque maggiori gruppi bancari, emerge che «il compenso di un amministratore delegato è intorno a 3,084 milioni di euro l’anno, contro i 36,6 mila euro di un dipendente. La media è riferita al 2010, anno in cui rispetto al 2009 un amministratore delegato ha ottenuto un aumento di 241mila euro (+8,5%) mentre il personale dipendente ha potuto contare su 700 euro in più, con un rialzo dell’1,9 per cento, in linea con l’inflazione, – spiega il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale – . Il differenziale è di 51 a 1 nei primi 12 gruppi bancari e se si guarda solo al confronto con gli amministratori delegati dei primi 5 gruppi italiani è di 84 a 1. Utilizzando il rapporto 20 a 1 i compensi degli amministratori delegati sarebbero ridotti da oltre tre milioni a meno di 800mila euro in media». Il 20 a 1 «è un rapporto corretto per il nostro settore ed é efficace per tutti i settori produttivi», sostiene il segretario generale della Fiba Cisl Giuseppe Gallo.
Con la lettera i segretari generali del credito hanno voluto ribadire anche che con l’ultimo ccnl sindacati e Abi hanno dato priorità alla difesa dell’occupazione esistente e all’ingresso dei giovani a tempo indeterminato con la creazione di un Fondo per l’Occupazione. A questo proposito il segretario generale della Uilca, Massimo Masi osserva che «nella storia di Mps bisogna agire in coerenza con il nuovo ccnl». E ricorda a banchieri e Governo che «la categoria è un modello per la riforma del mercato del lavoro e che il top management e i direttori hr se devono fare risparmi devono agire sui costi a 360°».