L’UNICEF plaude alla condanna, emessa oggi, da parte della Corte Penale Internazionale, nei confronti di Thomas Lubanga Dyilo, riconosciuto colpevole dell’arruolamento di minori nella sua milizia, nella Repubblica Democratica del Congo.
Per effetto di questa storico verdetto, Lubanga è il primo “signore della guerra” a fare i conti con la giustizia internazionale per l’impiego di minori in armi.
«Questa è una vittoria di immenso valore per la protezione dell’infanzia nei conflitti» afferma Anthony Lake, Direttore esecutivo dell’UNICEF. «La condanna di Thomas Lubanga da parte della Corte Penale Internazionale è un chiaro messaggio per tutti i gruppi armati che schiavizzano e brutalizzano i minori: l’impunità non sarà tollerata!»
Lubanga, ex presidente dell’Unione dei Patrioti Congolesi (UPC), è stato ritenuto colpevole di avere coscritto e impiegato attivamente minori sotto i 15 anni nel conflitto della Repubblica Democratica del Congo tra il 2002 e il 2003.
Migliaia di bambini, alcuni persino di 7 anni di età, sono stati usati da tutte le parti in conflitto come combattenti, facchini, cucinieri e schiave sessuali.
L’UNICEF sottolinea che il reclutamento di bambini e ragazzi nelle ostilità è un crimine di guerra. Spesso, a essere sfruttati sono i soggetti più vulnerabili: gli orfani, i minori separati dalle proprie famiglie e comunità a causa del conflitto.
L’UNICEF ha ripetutamente chiesto che chi si macchia di questi crimini sia sottoposto a processo.
«Lo sfruttamento dei minori nei gruppi armati va oltre la violazione dei diritti di questi bambini: è il furto della loro infanzia», ribadisce Lake. «L’UNICEF è lieto che il Pubblico Ministero della Corte penale internazionale, Luis Moreno-Ocampo, nella sua requisitoria coronata dal successo finale, abbia menzionato con forza la piaga dell’impiego dei minori nei conflitti e nei gruppi armati.»
Decine di migliaia di bambini sono ancora vittime di queste gravi violazioni dei diritti umani, in almeno 15 conflitti armati in diverse parti del mondo. L’UNICEF non cesserà di impegnarsi per liberarli e ricondurli alla vita civile.
L’UNICEF lavora intensamente, in Paesi come la Repubblica Democratica del Congo, per aiutare i bambini vittime della guerra, con programmi di istruzione e formazione professionale, diretti soprattutto alle bambine e alle giovani donne.
Dal 2005 a oggi, almeno 35.000 minori sono stati rilasciati o sono fuggiti da eserciti regolari o gruppi armati congolesi e hanno ricevuto assistenza dall’UNICEF e dalle organizzazioni partner.