[F. SP.] MILANO – Alle cinque della sera stava per saltare tutto un’altra volta, dopo che già nella notte un’intesa nei fatti raggiunta era sfumata. Poi, in serata, tra Abi e sindacati torna il sereno: i 340 mila bancari hanno il nuovo contratto, «che realisticamente rappresenta – commenta a caldo il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – il miglior risultato possibile ottenuto dalle organizzazioni sindacali senza un minuto di sciopero».
Al termine del faccia a faccia sulla stesura del contratto (lì si è consumato l’ultimo braccio di ferro), i punti principali restano confermati con soddisfazione di tutti, anche dei banchieri. Il capodelegazione dell’Abi Francesco Micheli parla così di un contratto «straordinario, di ampia solidarietà, che vede al primo posto l’occupazione», firmato in una fase «particolarmente difficile, con una dialettica serrata ma senza mai interrompere il dialogo».
L’aumento salariale sarà dunque di 170 euro medi a regime. E poi l’orario: per gli sportellisti potrà arrivare fino alle 20 e, con il sì delle rappresentanze interne, fino alle 22.
Nasce un fondo per l’occupazione a cui contribuiranno tutti, inclusi i top manager che se vorranno potranno versare il 4% dei loro compensi. «Crediamo che i vertici bancari debbano per primi partecipare in nome un’equa distribuzione della ricchezza e del recupero di logiche di eticità», sottolinea Massimo Masi, segretario generale della Uilca che promette un’attenta verifica sull’effettivo apporto dei manager al fondo. Che a giudizio di Giuseppe Gallo, numero uno della Fiba-Cisl, è «una grande innovazione, tra quelle che connotano questo contratto in termini di equità e solidarietà generazionale», visto che permetterà di assumere «almeno 5mila giovani all’anno», 25 mila nell’arco di durata quinquennale del fondo, con un salario temporaneamente ridotto del 18%. Un modello che, sottolinea l’Abi, valorizza e rafforza l’apprendistato.
«È necessario non illudere nessuno – sintetizza Sileoni – ma giudichiamo questo contratto positivo, in quanto, pur se realizzato nel più difficile contesto socio economico della nostra storia, tutela i diritti individuali e collettivi, difende l’occupazione e recupera l’inflazione». Masi pone l’accento sui «risultati di valore per la crescita dell’occupazione stabile nel settore» e sulla tutela dei livelli salariali. Secondo Gallo dall’accordo «nasce una nuovo modello di banca, adeguato al momento di emergenza che c’è nel Paese: più solidale, equa, responsabile». E che, con l’accordo sugli orari, «non trascura l’aspetto dell’efficienza».