Roma, 19 gen. (TMNews) – Il nuovo contratto nazionale dei bancari difende l’occupazione e tutela i diritti dei lavoratori. Lo sottolinea il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, secondo cui “è necessario non illudere nessuno, ma giudichiamo questo contratto positivo in quanto, pur se realizzato nel più difficile contesto socio-economico della nostra storia, tutela i diritti individuali e collettivi, difende l’occupazione e recupera l’inflazione. Questo contratto – aggiunge – rappresenta realisticamente il miglior risultato possibile ottenuto dai sindacati senza un minuto di sciopero”.
Il nuovo contratto, spiega Sileoni in una nota, prevede 170 euro medi di aumento economico, da riparametrare in base agli inquadramenti dei lavoratori, “un aumento che recupera l’inflazione”.
C’è poi la creazione di un “fondo per la buona e stabile occupazione, a cui contribuiranno economicamente con il 4% del proprio stipendio gli alti dirigenti bancari”. Il Fondo, a regime, permetterà l’assunzione di circa 16.500 giovani nei prossimi 3 anni, con l’obiettivo di arrivare a 25mila in 5 anni. I giovani “entreranno in banca con un salario temporaneamente ridotto del 18%. Dopo 4 anni lo stipendio raggiungerà i livelli tabellari del contratto nazionale. Ma le assunzioni saranno tutte a tempo indeterminato”.
Per tutti i bancari, invece, scatta il congelamento per 18 mesi degli scatti di anzianità e per 3 anni della maturazione del Tfr alle sole voci stipendio e scatti d’anzianità. C’è poi la possibilità per le banche, sottolinea Sileoni, di riportare all’interno del perimetro “tutte le lavorazioni che negli anni precedenti sono state esternalizzate. I lavoratori coinvolti in questo processo di insourcing potranno essere collocati progressivamente nell’area contrattuale del credito, con un graduale miglioramento delle condizioni retributive”. Questi lavoratori, aggiunge il numero uno della Fabi, “pur avendo un orario lavorativo di 40 ore settimanali e stipendi inferiori del 20% rispetto agli standard del contratto nazionale, avranno comunque un trattamento economico complessivamente più vantaggioso rispetto a quello del settore di provenienza e saranno inquadrati da subito nell’area contrattuale del credito”.