È rimasto appeso a un filo per ventiquattro ore, ma ieri sera il contratto di lavoro dei bancari si è finalmente concretizzato. La firma è arrivata dopo una giornata di profonda incertezza, iniziata con una dichiarazione shock di Lando Sileoni, segretario della Fabi: «C’è il rischio concreto che salti tutto». Le parole di Sileoni hanno sconfessato gli auspici positivi della vigilia, quando i giochi sembravo fatti.
Ma che cosa è accaduto esattamente? Secondo la ricostruzione fatta da MF-Milano Finanza, nel corso della notte tra mercoledì e ieri la delegazione Abi guidata da Francesco Micheli avrebbe apportato profonde correzioni al testo concordato con i sindacati. Non è chiaro quali fossero i punti oggetto di controversia, ma le posizioni delle due parti apparivano ancora molto distanti. Il confronto è ripreso ieri pomeriggio con una prima ricognizione del testo alla quale è seguito il dibattito. Nonostante le incertezze, la firma è arrivata a sorpresa in serata e i 340 mila addetti del settore hanno tirato un sospiro di sollievo. Innanzitutto l’accordo (che sarà valido per il triennio 2012-2014) garantisce un recupero economico di oltre il 6% sugli stipendi, pari a 170 euro mensili in media a regime. Un punto su cui i sindacati hanno insistito molto è la nuova occupazione, soprattutto giovanile, che sarà garantita da un fondo per l’assunzione di circa 16.500 giovani nei prossimi tre anni, con l’obiettivo di arrivare a 25 mila in cinque anni.
I giovani entreranno in banca con un salario temporaneamente ridotto del 18%; dopo quattro anni lo stipendio raggiungerà i livelli tabellari del contratto nazionale, ma le assunzioni saranno tutte a tempo indeterminato. Capitolo produttività. Per consentire un effettivo rilancio, che si ripercuoterà sul Vap e sulla contrattazione integrativa, gli sportelli potranno essere aperti dalle 8 alle 20 con possibile estensione fino alle 22, previo accordo sindacale.