– Leonardo Ventura –
L’associazione bancaria italiana (Abi) si muove su due fronti, ribadendo ancora una volta le iniziative prese a favore dell’economia, Pmi in primis ma anche famiglie e piccoli risparmiatori. E, con una lettera del presidente, Giuseppe Mussari, chiede un blocco degli stipendi dei top manager e contribuzioni volontarie al fondo per i giovani assunti: un’iniziativa che ha immediatamente accolto il favore dei sindacati di categoria. Il direttore generale, Giovanni Sabatini, intanto interviene a In Onda sulla rete televisiva La7 e riporta d’attualità la proposta presentata dall’Abi «che non modifica le nuove regole di Basilea» e che punta a «rendere meno stringenti i parametri del quadro regolamentare di Basilea nei confronti delle piccole e medie imprese». Il riferimento è al «SMEs Supporting Factor», un fattore che immunizza l’aumento quantitativo del capitale da detenere ai fini di Basilea a fronte dei crediti delle Pmi, lasciandolo invariato al livello pre-crisi dell’8%. L’iniziativa ha come obiettivo quello di garantire la maggiore stabilità del sistema bancario ma anche la ripresa e la crescita dell’economia europea, trainata proprio dalle Pmi. E alla domanda su dove siano finiti i 116 miliardi di liquidità erogati dalla Banca Centrale Europea, Sabatini risponde in modo altrettanto chiaro: tutti i fondi della Bce hanno consentito di colmare il gap di raccolta destinata alle imprese e alle famiglie, un gap nato dalla crisi internazionale di fiducia che ha reso più difficile per le banche ricorrere alla raccolta sul mercato internazionale. Il presidente, Giuseppe Mussari, invece, si muove sul fronte delle retribuzioni, invitando a una «moderazione» della politica retributiva dei top manager e a un blocco degli aumenti nel prossimo triennio. Oltre a questo, chiede di devolvere il 4% della retribuzione fissa al Fondo per l’occupazione del settore, che sta per essere costituito con i sindacati e mira a pagare per i primi 3-4 anni i contributi per i nuovi assunti. La volontà del numero uno dei banchieri è quella di rilassare gli animi in vista del nuovo round di trattative sul contratto di settore: e pare che sia riuscito nell’intento, visto il plauso unanime delle sigle di categoria. Le segreterie nazionali Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, Dircredito, Sinfub, Ugl Credito esprimono, in una nota, «apprezzamento per l’ispirazione ed il contenuto della lettera inviata dal Presidente dell’Abi, ai top manager e ai dirigenti del sistema bancario italiano».