Redditività in picchiata, credit crunch dovuto alla necessità di ripatrimonializzazione dopo la stangata dell’Eba (15 miliardi circa), contraccolpi da legge Finanziaria e Basilea 3, crollo del 50% dell’operatività allo sportello dal 2009 a oggi. Fa paura il contesto del credito. Ma l’anno scorso le banche italiane hanno “tenuto” sul fronte occupazionale: ora però servono più efficienza e redditività. Lo hanno spiegato il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, e Francesco Micheli, presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro dell’associazione, il 13 dicembre nel presentare il Rapporto 2011 sul mercato del lavoro nell’industria finanziaria. Cifre che impattano sul rinnovo del contratto nazionale di categoria, che è slittato a gennaio. Nel 2010 l’organico settoriale è calato dell’1% circa, in linea con quello nazionale. Quanto all’incidenza dei costi per il personale sul margine di intermediazione, secondo l’Abi il gap tra i gruppi italiani e i principali concorrenti europei resta del 3,7% circa. Il timore è che la recessione in arrivo comprima ulteriormente la redditività. Intanto cambiano la domanda (è più mobile, sofisticata ed evoluta, ricorre di più all’online) e anche l’offerta: per la prima volta, a fine 2009 gli sportelli sono calati. Il problema è che intermediano meno: in termini di attivo sono eccedenti del 35% rispetto alla media dei principali Paesi europei, in termini di popolazione del 3%. La produttività è cresciuta del 15,7% dal 2003 al 2006, ma dal 2006 al 2010 è crollata del 19,5 per cento. Cifre che hanno pesato giovedì 15 dicembre all’incontro per il rinnovo del contratto nazionale dei bancari, concluso con un nulla di fatto perché le posizioni sono restate distanti. Micheli ha ribadito la necessità di un contratto sostenibile con l’incremento della produttività attraverso maggiori flessibilità delle norme contrattuali.
Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha contestato però la parzialità dei dati diffusi dall’Abi e l’assenza di note sugli “sprechi” delle banche per consulenze, sponsorizzazioni, spese di rappresentanza, maxistipendi dei manager: «È inaccettabile constatare le super-retribuzioni ai “piani alti” nonostante i pessimi conti delle banche», ha attaccato Sileoni. «Il nuovo contratto dovrà necessariamente salvaguardare il recupero dell’inflazione e lo sviluppo dell’occupazione giovanile», ha concluso il segretario Fabi. La trattativa ripartirà il 16 gennaio.
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Grande soddisfazione per l’alto interesse che sappiamo tenere vivo ancora oggi, dopo un anno di confronto, a contratto scaduto, in piena crisi, col rischio recessione ormai qua, sulla nostra vicenda e sulle nostre posizioni nel rinnovo del CCNL. Stiamo aggredendo, come non mai, l’area dei privilegi, degli sprechi, delle spese inutili. E’ il fronte nuovo e l’attacco della nostra Organizzazione ha già superato di gran lunga e bene lo stesso documento di Piattaforma. Ma la direzione è quella giusta! E il mutismo in argomento della Controparte ne è la prova più evidente. Avanti Lando, tutti insieme per far togliere la maschera del perbenismo ad un’ABI che gelosamente si arrocca nei propri piani dorati, obbligandola a mostrare e mettere in discussione, senza reticenze, tutte ma proprio tutte le proprie “aree riservate ed esclusive”! Pronti tutti ad un confronto anche “muscolare”, se occorre.