MILANO. La Fabi mette le carte in tavola accordo in tempi stretti oppure sciopero. Il negoziato fra Abi e sindacati sul rinnnovo del contratto scaduto alla fine dci 2010, si protrae da mesi. Ora però è il momento di stringere, come spiega Lando Silooni, segretario generale della Fabi. la più grossa sigla con 102 mila iscritti su 320 mila.
A che punto siete con il rinnnovo del contratto?
“È fissato un incontro decisivo per il 15 dicembre. Per quella data o si va verso una soluzione una convergenza di fondo, oppure non vedo altra via d’uscita che una forte mobilitazione”.
Cosa vi divide dall’Abi?
«Dico una cosa che per noi è irrinunciabile: l’istituzione di un nuovo fondo per favorire l’ingresso al lavoro dei giovani. Dobbiamo sapere che futuro dei giovani e prospettive di rilancio del sistema bancario sono intrecciati. Chiediamo, poi, il recupero dell’inflazione ed, infine che le eventuali contropartite siano eque e bilanciate. Non può esservi nessuna area di privilegio ai piani alti delle banche”.
Non considerate che le banche risentono della crisi generale?
«La Crisi c’è, ma a certe condizioni può diventare una leva per dare nuove opportunità. E, poi, chi a gestito il sistema economico e finanziario fino ad oggi ha precise ed evidenti responsabilità. Non possiamo accettare che il conto degli errori sia saldato dai lavoratori».
Riconoscete un ruolo alla presidenza dell’Abi nella trattativa contrattuale?
«I ruoli negoziali sono formalmente distinti. Ma sono certo che il Presidente Mussari, cui riconosciamo sensibilità sociale, non vorrà in questo delicato frangente far mancare il suo peso politico, perchè una crisi nelle relazioni industriali sarebbe dannosa per tutti»
Al governo non mancano interlocutori che ben conoscono le banche ed il sistema.
«L’abilità del neo ministro Passera è stata anche quella di essere subentrato solo in aziende in crisi. Sotto la sua gestione, Intesa ha visto la fuoriuscita di circa ventimila lavoratori bancari. Se conformerà le sue capacità, Passera ha avrà iniziato bene il suo nuovo corso da politico».
Ritenete opportuna una modifica del Fondo esuberi, alla luce della riforma delle pensioni?
«Il Fondo di solidarietà di settore è stato modificato di recente, salvaguardando tra l’altro, la possibilità per il lavoratore di accedervi volontariamente. Nel recente passato questo ammortizzatore sociale, che non grava – Lo voglio ricordare – sulle casse pubbliche, ha permesso di gestire in maniera virtuosa la ristrutturazioni aziendali, consentendo il riposizionamento strategico od economico delle nostre Banche rispetto a quelle europee e favorendo il ricambio generazionale all’interno degli istituti di credito con l’assunzione in pianta stabile di giovani lavoratori. Siamo disponibili ad un ulteriore confronto con Abi per mantenere in vita, anche con le nuove norme previdenziali, un importante strumento, come il Fondo esuberi, che i lavoratori potranno volontariamente utilizzare». r. dim.