Milano, 15 nov – Il nuovo piano strategico di UniCredit “scarica sul personale l’intera riduzione dei costi prevista” e quindi viene giudicato “negativamente” dalla Fabi.
È quanto afferma il segretario generale del sindacato, Lando Maria Sileoni, in un comunicato emesso all’indomani della presentazione del piano al 2015 dell’istituto di Piazza Cordusio. Sileoni sottolinea comunque che “al netto degli accordi sottoscritti, non ultimo quello del 2010, gli esuberi reali nel Gruppo Unicredit alla scadenza del 2015 sono 3.500 e non 5.200”.
“Vale la pena ricordare – prosegue – che dalla fusione con Capitalia del 2005 a oggi il gruppo Unicredit, e altri gruppi bancari italiani, sono stati e sono un continuo cantiere aperto, all’interno del quale non si intravede mai la parola fine”. Nel dettaglio, dalla fusine con Capitalia “sono oltre 15mila i lavoratori fuoriusciti dal gruppo Unicredit e dal 2010 al 2015 saranno 7.500 i lavoratori che, nelle intenzioni dell’azienda, dovrebbero lasciare il gruppo”.
Nel piano, invece, attacca Sileoni, “non c’è nessun accenno a una politica di riduzione delle consulenze e degli stipendi del top management. Inoltre il gruppo prevede di esternalizzare altre attività in un momento in cui stiamo discutendo di rinnovo del Contratto nazionale di lavoro. Il fatto poi che il ceo, Federico Ghizzoni, sostenga di rinunciare al proprio bonus rimane un’iniziativa personale che non testimonia una vera politica di riduzione dei compensi dei manager, a nostro parere indispensabile per dare un vero segnale di cambiamento”. “Ci siederemo al tavolo delle trattative con la ferma volontà di far rispettare le nostre posizioni”, conclude Sileoni. 15-11-11 17:17:38