Malumore sull’ex ad Profumo, ma Crt smentisce l’azione di responsabilità, Il sindaco di Verona Tosi: «L’aumento va sottoscritto, la banca è a rischio scalata»
Paola Pica MILANO – È bufera su Unicredit dopo l’annuncio di perdite record per 10,6 miliardi, una ricapitalizzazione da 7,5 e un piano strategico che prevede nuovi 5.200 esuberi. È bufera in Piazza Affari , dove il titolo ha aggiunto un altro ribasso del 4% al 6% lasciato sul campo lunedì, sotto il peso dei report per lo più negativi degli analisti finanziari. È tormenta tra i dipendenti, con i sindacati che rispondono all’ufficializzazione di 5.200 nuovi esuberi previsti dal piano strategico firmato dall’amministratore delegato Federico Ghizzoni con la richiesta di tagli alle retribuzioni dei top manager. E infine non è dei più sereni il clima ai piani alti, con le Fondazioni socie rimaste all’asciutto del dividendo e chiamate alla terza maxi ricapitalizzazione negli ultimi quattro anni.
DAL 2005 al 1015 OLTRE 20 MILA ESUBERI – Dura presa di posizione, tra gli altri, di Lando Sileoni, il segretario della Fabi, il primo sindacato dei bancari: «Tutti i costi del piano sono scaricati sul personale e non c’è alcun accenno a una politica di riduzione delle consulenze e degli stipendi del top management. Vale la pena di ricordare – dice Sileoni – che dalla fusione con Capitalia, nel 2005, sono oltre 15mila i lavoratori usciti dal gruppo e dal 2010 al 2015 saranno 7.500 i lavoratori che, nelle intenzioni dell’azienda, dovrebbero andarsene».
SVALUTAZIONI CHOC E PROCESSO A PROFUMO – La cosiddetta pulizia di bilancio, operazione verità in genere apprezzata dal mercato, ha avuto in realtà un effetto-choc, non era prevista nè attesa in queste proporzioni. Le svalutazioni interessano principalmente tutte le acquisizioni in Italia, Germania, Europa, dal controverso acquisto di Capitalia in poi. Sulla graticola è finito l’ex amministratore delegato Alessandro Profumo, il manager che ha fatto dell’ex banca pubblica il primo gruppo privato paneuropeo del credito. Si vocifera di una possibile azione di responsabilità che i soci potrebbero muovere contro lo stesso Profumo. Ma i rumor sono stati seccamente smentiti da Andrea Comba presidente della Fondazione Crt (azionista con il 3,32%). L’ Ente torinese ha invece confermato l’impegno per l’aumento di capitale.
TOSI, DIFENDERSI DA SCALATE .- A parlare per l’altro socio forte di Unicredit, la Fondazione Cariverona presieduta da Paolo Biasi, è il sindaco della città scaligera Flavio Tosi che lancia l’allarme sul pericolo scalate. «È chiaro che l’adesione ad un aumento di capitale per Unicredit così significativo non è una scelta facile ma i Paesi emergenti, come Cina, mondo arabo e forse anche altre realtà estere, stanno già valutando con interesse e attenzione il mondo bancario europeo e soprattutto quello italiano perchè il prezzo delle azioni che corrisponde alla patrimonializzazione è di gran lunga inferiore al loro valore reale, le nostre banche potrebbero essere a rischio scalata».