Home Rassegna Stampa La proposta del segretario generale: emissione di strumenti simili ai Tremonti-bond o sottoscrizione di una quota del capitale. Sileoni (Fabi): contro l'Eba scenda in campo la Cdp (da MF-Milano Finanza, giovedì 3 novembre 2011)

La proposta del segretario generale: emissione di strumenti simili ai Tremonti-bond o sottoscrizione di una quota del capitale. Sileoni (Fabi): contro l'Eba scenda in campo la Cdp (da MF-Milano Finanza, giovedì 3 novembre 2011)

di Redazione

di Luca Gualtieri

I banchieri italiani hanno risposto con un coro di proteste alla richiesta di capitale aggiuntivo formulata dall’Eba. Il diktat della European banking authority arriva dopo una raffica di aumenti di capitale che hanno notevolmente irrobustito il patrimonio degli istituti tricolori. Il problema non arrovella soltanto le prime linee delle principali banche. Nei giorni scorsi anche dipendenti e sindacati del credito sono entrati nel dibattito e sono emerse alcune proposte. Tra queste la più interessante è quella avanzata dalla Fabi e dal suo segretario generale Lando Sileoni. Il principale sindacato del credito convoca per la delicata partita un nuovo attore, la Cassa depositi e prestiti. Una provocazione o un uovo di Colombo?

Domanda. Sileoni, la ricapitalizzazione delle banche sollecitata da Eba vi allarma?

Risposta. Il tema è scottante. Investe l’equilibrio stesso dell’Europa, ma danneggia fortemente l’Italia. È un tema con forti connotati tecnici, ma occorre pensare a soluzioni innovative e coraggiose che non costringano la banche a chiudere l’accesso al credito alle imprese, per aumentare il patrimonio di vigilanza, o a riprezzare gli impieghi a tassi insostenibili per il sistema economico.

D. Ci spieghi meglio la sua proposta

R. Non spetta a me entrare in dettagli tecnici, ma provo a definire una possibile linea di intervento da valutare. La Cassa depositi è una società a controllo pubblico: lo Stato detiene il 70%, il resto è in mano a primarie Fondazioni di origine bancaria.

D. Come dovrebbe muoversi la Cdp?

R. La Cassa potrebbe, in forme appropriate e con modalità straordinarie da definire, intervenire a sostegno della ricapitalizzazione delle banche e a tutela del sistema economico. Ovviamente tassi, durata e remunerazione dell’investimento andrebbero definiti in sede politica e potrebbero essere uno strumento essenziale, alternativo al modello dei cosiddetti Tremonti bond.

D. Con quali benefici concreti?

R. Questa ipotesi di intervento potrebbe rivelarsi molto interessante per gli stessi risparmiatori che vedrebbero remunerato il risparmio a saggi differenti e più vantaggiosi. Una possibile soluzione differenziata potrebbe essere anche rappresentata dalla sottoscrizione riservata di quote del capitale sociale delle banche e consentirebbe di non utilizzare in forma diretta risorse statali in senso stretto.

D. Molte Fondazioni hanno la cassa vuota. Come accoglieranno questa proposta?

R. Non penso che possano accoglierla negativamente. Il vero problema adesso è reperire i fondi necessari per gli aumenti di capitale.

D. Secondo lei come reagirà la politica a questa ipotesi ?

R. Il tema della ricapitalizzazione degli istituti di credito ha implicazioni di ordine economico generale di portata gigantesca. La mancanza di credito equivale è cappio stretto attorno al collo del sistema. La crisi di fiducia è purtroppo già in atto.

D. Che risposte si aspetta?

R. Le risposte devono essere non ordinarie, ma coraggiose e serie e debbono porre in valutazione la possibilità di ricorrere a tutti i mezzi a disposizione. Questo non è il momento del corporativismo, ma della comune responsabilità. Nel 1992 il governo Amato diede vita alle Fondazioni con risultati positivi. Occorre avere coraggio e agire.

D. E dai banchieri italiani che reazioni si aspetta?

R. Ad alto livello la proposta ha riscosso ampi consensi. È una specie di uovo di Colombo.

D. In questa situazione non le pare che occorra dare seguito alle decisioni in modo concreto?

R. Il governo sta indugiando e traccheggiando. Non ci sono motivi razionali. Il carico di responsabilità che ci investe ci obbliga a chiedere, subito, atti legislativi precisi e rapidi.

 

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