Roma, 2 nov. (Adnkronos/Labitalia) –
La ricapitalizzazione delle banche chiesta dall’Eba (European Banking Authority) è un’operazione fatta “per tutelare banche francesi e tedesche a scapito delle italiane”, i cui problemi sono dovuti anche “all’inerzia della nostra classe politica”.
Lo afferma Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, tra le organizzazioni più rappresentative dei lavoratori del credito.
“I livelli raggiunti dallo spread fra i titoli di Stato italiani e gli analoghi tedeschi -continua- determinano una situazione insostenibile per l’intero sistema economico e bancario nazionale”. Secondo Sileoni, la ricapitalizzazione delle banche “comporterà, inevitabilmente, una grave e pesantissima stretta creditizia che rischia di riflettersi soprattutto sulle famiglie e sulle imprese, con effetti per i lavoratori bancari che hanno già pagato prezzi altissimi nei recenti piani industriali dei principali Gruppi”.
“Il sistema nel suo complesso -auspica Sileoni- deve reagire. La necessità e l’urgenza di attingere a nuovi fondi, per garantire un adeguato sostegno all’economia, dovrà comportare la possibilità di utilizzare risorse, come ad esempio la liquidità della Cassa Depositi e Prestiti, che, in concorso e combinazione, riportino il patrimonio di vigilanza nei limiti stabiliti. Poiché la stretta sul credito si traduce in minori investimenti, in più elevato costo della raccolta e in maggiori rischi di insolvenza, occorre agire anche sul versante della fiducia politica, per ricreare cioè un clima di solidarietà tra le forze sociali che solo può garantire l’uscita dal tunnel”.
(Lab/Opr/Adnkronos) 02-NOV-11 15:16