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COSA DISTINGUE, OGGI, UN "BUON SINDACALISTA"

di Redazione

I recenti avvenimenti nazionali ed internazionali hanno messo in evidenza quanto sia importante, oggi più che mai, poter contare su una classe dirigente aperta, preparata, capace. E, aggiungo, anche caparbia.

È soprattutto in momenti di crisi come questo che sentiamo la necessità di una classe dirigente giovane e moderna, capace di decisioni responsabili: nell’aria c’è voglia di cambiamento, di scelte determinate e concrete, di un vero e proprio rinnovamento.

E questa esigenza di rinnovamento è fortemente percepibile anche nel nostro settore: un rinnovamento dei metodi, dei modelli negoziali, della profondità delle esperienze, delle pratiche operative.

Un rinnovamento, però, che mantenga l’autenticità che muove il nostro impegno e che ci fa mettere, al centro di tutto, i lavoratori che rappresentiamo.

Soltanto preservando la piena fiducia dei lavoratori possiamo, infatti, contare sulla credibilità del consenso, che si basa, fondamentalmente, sul riconoscimento delle proprie capacità.

Intendo quelle capacità soggettive, personali, che si manifestano nei comportamenti, nel modo individuale di agire, che pervadono tutto il nostro modo di essere in azienda, con i lavoratori, verso i vertici, nell’organizzazione, nella società civile.

Il profilo del sindacalista impegnato non è certo quello dell’uomo perfetto e senza difetti. Anzi.

Il sindacalista che, oggi, fa la differenza è quell’uomo, o quella donna, capace di assumersi delle responsabilità, sapendosi dare una prospettiva di impegno.

Assumere un impegno significa accettare il rischio di uscire allo scoperto, di uscire dalla routine, di abbandonare facili porti sicuri e protetti dalle burrasche, per dare un senso più alto, una nuova e più profonda motivazione alla propria presenza nella società, portando sempre risultati concreti ai lavoratori.

Si tratta di una vera e propria missione, basata su un costante confronto con le vicende quotidiane, che non deve mai essere tradita, se vuole davvero ritenersi tale.

Nella mia concezione personale, pertanto, l’impegno sindacale richiede delle continue testimonianze di coerenza: il “buon sindacalista” deve dire e fare in trasparenza, deve sapersi confrontare a viso aperto, deve dimostrarsi realista, concreto, capace di sintesi, capace, sempre, di superare gli interessi particolari a difesa dell’interesse generale.

Non deve fare l’errore di abbandonarsi all’inseguimento di disegni impossibili o progetti privi di un concreto riscontro.

Il realismo, che chiama a scegliere, la responsabilità, che impone di non eludere i doveri, lo spirito di sacrificio, che forgia il temperamento, la capacità di non farsi logorare da dispute astratte, sono le vere ancore del successo di una nuova prospettiva di impegno.

Il successo non scontato dipende, essenzialmente, dal saper chiamare i lavoratori per essere CON loro.

È indispensabile che i lavoratori, azienda per azienda, vedano, riconoscano, SI riconoscano nella nostra identità e nel nostro impegno.

La nostra stessa funzione generale è orientata ad un progetto che vive nella quotidianità ma che deve tendere alla continuità, in una logica non solo di difesa ma di nuova crescita e sviluppo.

È soltanto così che il sindacalista diventa una speranza concreta, una forza sulla quale contare per i lavoratori, per le loro famiglie, per lo sviluppo del paese.

Ogni sera, dopo una lunga giornata di lavoro, mi chiedo se ho rispettato questi miei impegni: solo fino a quando questa risposta sarà positiva potrò continuare ad essere soddisfatto di me stesso e del mio lavoro.

 

 

 

 

 

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7 commenti

Giuliano Xausa 25 Agosto 2011 - 18:41

Parole sante caro Lando. Ed oltre ad essere ogni sera soddisfatto di te stesso e del tuo lavoro puoi dormire con la certezza, che operando così, sarai sempre la nostra grande e sicura guida. E un esempio da imitare!

Fabio Fiacchi 26 Agosto 2011 - 18:13

….superare gli interessi particolari a difesa dell’ interesse generale…..concetto che condivido e che credo, LANDO , hai trasmesso a questa organizzazione….La tua onesta’ intellettuale portera’ questa Fabi ad alti livelli…..grazie dei consigli!

Mauro Tessadrelli 29 Agosto 2011 - 12:57

Un Pensiero chiaro ed assolutamente condivisibile, manifestazione di un’impegno limpido ed indiscutibile che rende orgogliosi di condividere l’appartenenza alla stessa Organizzazione.

Un Pensiero che rassegna a chi ha ben minori responsabilità, come me, il compito di un contributo impegnato e costante alla FABI e l’onestà di un’elaborazione ideale trasparente anche se, l’ammetto, talvolta un po provocatoria.

Carmelo Raffa 31 Agosto 2011 - 9:14

Lando delinea chiaramente la figura ideale di un buon sindacalista. Dall’esperienza di un anziano sindacalista come me quanto affermato dal nostro Segretario Generale può apparire, da un primo impatto, una mera chimera poichè siamo costretti per trovare soluzioni ottimali non solo ad affrontare la controparte ma anche i colleghi delle altre sigle. Il messaggio di Lando diventa più che realista dagli atti concreti e dalle conseguenti conquiste sindacali ottenute con la sua gestione. Continuiamo a dare pieno sostegno alla linea di rinnovamento e così avremo modo di rilevare nel presente e nel prossimo futuro che ciò che sembrava impossibile diventerà sempre più realtà!!!

gaetano motta 31 Agosto 2011 - 10:22

è quanto scritto da te per me il mio credo. nulla da aggiungere o da commentare. quella indicata, per me, è la strada maestra. io la pratico e la consiglio ai giovani e non che fanno sindacato insieme a me.

Antonino Esposto 31 Agosto 2011 - 11:33

Bel riassunto, e richiamo, su quel che siamo, o dovremmo essere.

Giuseppe Algeri 31 Agosto 2011 - 13:40

Caro Lando hai perfettamente ragione!
Semplicità, onestà, coerenza, chiarezza e trasparenza!
Queste sono le parole chiave che dovrebbero contraddistinguere l’impegno di ciascuno di noi.

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