La Fabi, il principale sindacato del credito, scende in campo sull’ipotesi di riforma dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
«L’articolo 18 non si tocca», spiega il segretario generale Lando Sileoni in merito ai provvedimenti contenuti nella manovra. «Il pretesto dell’aggravamento reale della crisi», osserva il segretario della Fabi, «sta determinando forti anomalie sul nostro sistema di relazioni industriali. Evidente è il tentativo di inserire, nel decreto in esame in Parlamento, tematiche non connesse allo stato dei fatti. Mi riferisco alla palese forzatura, da noi ritenuta inaccettabile, sull’articolo 18 dello statuto dei lavoratori con la quale si intenderebbe dare il via libera a licenziamenti privi di giusta causa e spogliare i lavoratori di una fondamentale tutela. Poi, va vista con estrema cautela la materia dei contratti aziendali in deroga alle disposizioni del contratto collettivo di categoria. Il quadro normativo nazionale, spesso, contiene già disposizioni molto avanzate che purtroppo restano lettera morta per la cattiva volontà o l’inettitudine delle nostre controparti. Mi auguro», aggiunge Sileoni, «che vi sia un vero dibattito sui contenuti e sul merito dei provvedimenti, senza regalare alle controparti posizioni che sono costate anni di sacrifici ai lavoratori».
Sileoni si dice contrario inoltre «alle liberalizzazioni selvagge» e in ultimo augura «a quei parlamentari che oggi considerano il poter licenziare liberamente un obiettivo da raggiungere che lo stesso trattamento sia loro riservato dagli elettori».