Sileoni: banchieri vogliono scaricare costi su collettivita’ (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 15 mar – No all’utilizzo dell’indennita’ di disoccupazione per il settore bancario. Lo afferma il segretario generale del sindacato Fabi, Lando Maria Sileoni, in una lettera ai ministri dell’Economia, Giulio Tremonti e del Lavoro, Maurizio Sacconi. La proposta di utilizzo dell’indennita’ di disoccupazione “che ovviamente prevede un licenziamento”, scrive Sileoni, e’ stata rilanciata oggi in un’intervista a un quotidiano da Francesco Micheli, capo della delegazione sindacale dell’Abi. L’utilizzo dell’ammortizzatore, osserva Sileoni, riguarderebbe i bancari che oggi hanno 55 anni di eta’ anagrafica e rappresentano il 18% dell’intera categoria formata da 340mila addetti. “Se a livello di sistema dovessimo accettare le richieste di Abi, introducendo l’indennita’ di disoccupazione per alleggerire i costi che le banche sostengono per il nostro ammortizzatore sociale, il fondo esuberi, circa 30mila lavoratori, sarebbero costretti a lasciare il proprio posto di lavoro percependo un assegno mensile notevolmente inferiore rispetto al loro ultimo stipendio”, scrive Sileoni nella lettera. “Sarebbe la distruzione di un’intera categoria guidata oggi da banchieri che sanno solo raggiungere un utile di esercizio tagliando i costi del personale in maniera repentina e talvolta grottesca”. Il segretario della Fabi aggiunge poi che il tutto “avviene alla vigilia del rinnovo di un contratto nazionale che, considerando le intenzioni dei banchieri, produrra’ inevitabilmente un conflitto difficilmente gestibile e insanabile. Non, quindi, come demagogicamente sostiene l’Abi, un aiuto ai giovani estromessi dal circuito del lavoro in attesa di rientrare, ma solo un risparmio di costi da scaricare sulla collettivita’”. Sileoni conclude la lettera con l’auspicio che i ministri possano intervenire “per riportare equita’ e giustizia sociale tra i lavoratori bancari”.
(Il Sole 24 Ore RADIOCOR, 15 marzo 2011, 16:23:18)
