I correntisti possono continuare dormire sonni tranquilli: non ci sarà nessuna tassa sui prelievi di denaro contante presso gli sportelli bancari. Lo ha assicurato il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari. Secondo il numero uno di Palazzo Altieri, che ha partecipato alla presentazione di un libro scritto dal presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi e da Rino Camilleri, «i prezzi sono trasparenti e il cliente può scegliere tra una varietà di prodotti, non c’è alcun rincaro».
Rassicurazioni sono arrivate anche in merito alla possibilità che gli istituti italiani possano ricorrere alle riserve auree di Bankitalia per rafforzare i propri capital ratios, soddisfando al meglio i requisiti di Basilea3. A detta di Mussari «le banche italiane non stanno pensando a nulla». Oltre a tranquillizzare clienti e mercati, il numero uno dell’associazione ha commentato favorevolmente le nuove regole sull’anatocismo bancario, fresche di approvazione con il Milleproroghe.
Stavolta l’occasione per esprimere apprezzamento verso il ricalcolo dei tempi di prescrizione dell’anatocismo, è stata Vedrò, il convegno sulla crescita organizzato da Mps, cui Mussari, in qualità di presidente dell’istituto di Rocca Salimbeni, è intervenuto. È una norma «che va verso una chiarezza e una maggior precisione del nostro ordinamento giuridico», ha sottolineato Mussari, aggiungendo che la nuova regolamentazione «fa una cosa molto semplice, e dice che la prescrizione decorre da ogni singola operazione, facendo salvi i diritti di chi ha ricevuto le somme per l’anatocismo, anche se la prescrizione era calcolata in maniera diversa».
Il presidente Abi è intervenuto anche su questioni fiscali. «Io non credo a nuove tasse, ci manca solo di inventarne un’altra», ha affermato il banchiere riferendosi alla tanto temuta imposta patrimoniale. Una tassa che «potrebbe ridurre il debito, ma non incidere sulle cause». In questo modo, ha spiegato ancora il numero uno di Palazzo Altieri, «vedremmo i cds crollare, ma il giorno dopo ricomincerebbe a crescere il debito. Il nostro problema è la crescita, che è la sola a risolvere i problemi».
Ma Mussari si è soffermato anche sul mondo del lavoro. In Italia «non c’è più spazio per automatismi negli aumenti salariali legati all’inflazione prevista. Io la chiamo una scala mobile di seconda generazione, che non possiamo più permetterci». La condizione necessaria per aumentare i salari, ha spiegato Mussari, è l’incremento di fatturato e produttività. Parole che non sono piaciute alla Fabi, l’associazione dei bancari italiani.
Come si legge in una nota, «quelli di cui parla il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, non sono aumenti salariali automatici ma solo il recupero del potere di acquisto delle retribuzioni, definito dal governo e dalle parti sociali». Secondo la Fabi, quindi, è «inopportuno» che tale intesa venga messa in discussione da Palazzo Altieri.
(da DAGOSPIA.com, mercoledì 2 marzo 2011 – di Gianluca Zapponini per “Milano Finanza – MF”)