Home Rassegna Stampa INTERVISTA / Sileoni (segretario del sindacato): nella trattativa per il rinnovo non ci faremo mettere alle strette dall'associazione bancaria. La Fabi va allo scontro con l'Abi sul nuovo contratto (Milano Finanza, 17 dicembre 2010)

INTERVISTA / Sileoni (segretario del sindacato): nella trattativa per il rinnovo non ci faremo mettere alle strette dall'associazione bancaria. La Fabi va allo scontro con l'Abi sul nuovo contratto (Milano Finanza, 17 dicembre 2010)

di Redazione

A gennaio il confronto tra Abi e sindacati sul rinnovo del contratto nazionale dei bancari entrerà nel vivo. L’associazione bancaria vuole che il nuovo contratto si fondi su parametri diversi da quello precedente, ma le parti sociali pongono paletti precisi e non vogliono strappi. Lo afferma con forza Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, il principale sindacato italiano del credito.

Domanda. Segretario Sileoni, come procede la trattativa?
Risposta. “Sono arrivati segnali precisi. Secondo il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, banche e sindacato dovranno fare rinunce significative, puntando a un rinnovo contrattuale che esalti la produttività. Noi abbiamo già fatto, anche nel precedente contratto, passi significativi in questa direzione.”

D. Quindi in che cosa consiste la novità che si profilano?
R. “Francesco Micheli (responsabile Abi per i rapporti per i sindacati, ndr) ha sostenuto il valore reciproco della concertazione aziendale. Secondo noi, però, la concertazione non può derivare dall’acquiescenza alle posizioni dell’Abi. Si negozia attraverso un confronto che deve giungere a una mediazione. Per noi concertazione significa saper trovare la giusta mediazione sociale.”

D. L’Abi però ha dato l’esempio alleggerendo di personale la propria struttura?
R. “Le ipotizzate uscite di personale dall’Abi sono un fatto delicatissimo. In primo luogo il problema è quello di garantire a tutti i lavoratori tutela e rappresentanza anche sindacale. Inoltre l’Abi, in quanto struttura di servizio associativo, deve assicurare il giusto livello di prestazioni e di servizi ai propri associati. Ma il punto cruciale è quello delle tutele per i lavoratori che non possono essere utilizzati come una molla da comprimere a seconda degli eventi.”

D. L’Abi vuole serrare i tempi e mettervi alle strette?
R. “Non possiamo misurarci in un confronto ipotecato da tematiche scelte dall’Abi. I temi vanno discussi e condivisi, altrimenti viene meno la logica del confronto. Se hanno la convinzione di avere già in tasca il nuovo contratto, per loro ci sarà un brusco risveglio. Micheli è troppo esperto per non capire che non è politicamente credibile un rinnovo contrattuale a costo zero. Con questi presupposti lo scontro sarà inevitabile.”

D. Chiedete trasparenza alle banche?
R. “I dati retributivi e reddituali non possono essere strumentalizzati, a seconda delle circostanze e degli interlocutori. Non posso non rilevare la contraddizione tra la raffigurazione, a livello internazionale, di un sistema bancario italiano solido ed efficiente e un sistema, rappresentato al sindacato, in Italia, soprattutto per la gestione del personale, come un colabrodo. Si mettano d’accordo.”

D. Si sta andando in un vicolo cieco?
R. “Non è nostra intenzione rifiutare il dialogo, ma ci sono alcuni capisaldi: un percorso di inserimento chiaro per i giovani senza inasprimento dei limiti di tutela previdenziale ed assistenziale; limiti all’utilizzo delle forme alternative al contratto a tempo indeterminato; valorizzazione del dialogo in sede aziendale; riconoscimento in sede aziendale del salario legato ai risultati e salvaguardia della volontarietà nel sistema di accesso al fondo di solidarietà.”

(Milano Finanza, 17 dicembre 2010 – Luca Gualtieri)

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