«Chiederemo per il prossimo triennio l’assunzione di 30-40 mila giovani direttamente con contratto a tempo indeterminato, ma con una flessibilità salariale di ingresso temporanea: è un modo per garantire nuova occupazione stabile e di qualità, ponendo un freno al precariato e dando ai giovani una maggiore certezza del posto di lavoro». Così Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, a braccetto con tutte le altre sigle sindacali, mai così unite come su questo tema.
Secondo uno studio della Fabi, nel 2009 il 71% delle assunzioni nelle banche è stato effettuato con contratti precari. E la stabilizzazione di questi lavoratori sarà uno dei temi caldi nella contrattazione per il nuovo contratto dei bancari. Entrando nel dettaglio, lo studio ha contato nel sistema del credito 17.800 precari, il 4,6% del totale della popolazione bancaria, pari a 335 mila unità. Sono le banche di credito cooperativo, quelle che raccolgono il maggior numero di precari (probabilmente perché queste aziende di credito assumono di più rispetto alle altre banche). In particolare nelle Bcc di Lazio e Toscana la quota di precari tocca il 10% del totale organico, contro il 6% al Sud (dove comunque si assume di meno) e il 5,6% al Nord. A conti fatti, i cosiddetti contratti di lavoro flessibile rappresentano oggi il principale canale di accesso al mondo del lavoro bancario.
(Il Mondo, 17 Dicembre 2010)
