Home Rassegna Stampa Fuori dal tunnel col modello credito coperativo- Lando Sileoni è il segretario generale dei bancari della Fabi: "Ho iniziato dalla gavetta" (Nuovo Corriere Viterbese, 13 novembre 2010)

Fuori dal tunnel col modello credito coperativo- Lando Sileoni è il segretario generale dei bancari della Fabi: "Ho iniziato dalla gavetta" (Nuovo Corriere Viterbese, 13 novembre 2010)

di Redazione

Di uomini come lui la finanza non ne avrà più: finito in banca a soli 16 anni, diplomato ragioniere alle scuole serali, un cursus honorum di primo piano fino ad arrivare a ricoprire il posto numero uno, quello di segretario generale, del primo sindacato autonomo dello Stivale, quello dei bancari della Fabi. Centomila iscritti ai suoi piedi. Eccolo Lando Maria Sileoni, 49 anni, viterbese doc, sposato, padre di una figlia, Lavinia, chiamato oggi ai tavoli delle più delicate trattative di settore. 
Con un “motto” ben stampato nella testa: “Io questo mestiere l’ho scelto perché in un certo senso ero predestinato a farlo”, come ripete spesso.

Già perché di uomini al vertice che la gavetta l’hanno fatta tutta, senza titoli altisonanti, laurea o master oggi irrinunciabili, ce ne sono pochi e vanno tenuti da conto. 
“E’ un momento molto difficile per l’economia e il lavoro – spiega – in cui siamo quotidianamente alle prese con problemi grandi e piccoli che nella categoria rispecchiano quanto sta avvenendo anche nel resto del mondo del lavoro. Penso alla vertenza Unicredit, alla battaglia per i precari, a cui vanno date garanzie per il futuro senza le quali il lavoratore non avrà mai piena dignità, alle prospettive di crescita globale e personale che per ciascuno non debbono mai mancare”. 
Sileoni ha cominciato a fare attività sindacale per la Fabi prestissimo, non appena entrato nella banca del Cimino (Viterbo). 
E per il sindacato, via via, ricopre tutti i principali ruoli di responsabilità. E’ stato segretario coordinatore provinciale di Viterbo, carica che tutt’ora riveste, ha fatto parte del Comitato direttivo centrale, della Segreteria nazionale e nel 2007 è diventato segretario generale aggiunto dell’organizzazione sindacale. 
E’ stato coordinatore nazionale del Coordinamento di gruppo Fabi nel Credito agrario bresciano e nel Banco di Brescia (poi Banca Lombarda). Giornalista pubblicista, per anni ha rivestito il ruolo di responsabile della comunicazione, da febbraio di quest’anno è diventato segretario generale del sindacato. 
Tra le sue passioni ci sono il windsurf e il calcio. Non ci crede, dice, ma conosce benissimo segni zodiacali, influssi delle stagioni e dei posti combinati con lo Zodiaco. Quando può scappa sull’Argentario e e monta albero e tavola che per anni hanno rappresentato il suo sport a livello agonistico. 
Ma sugli spalti e davanti alla tv la sua fede non è che per la Roma. E il derby della Capitale, oggi, non se lo perderà per nulla al mondo. 
E la crisi di Totti & Co., dice, è un po’ come la crisi che attraversa oggi il mondo della finanza. “Il suo gotha è stato decapitato – afferma – negli ultimi anni si sono dimessi quattro su cinque dei big: Profumo a Unicredit, Innocenzi dalla Banca Popolare, Armenise all’Ubi e a suo tempo Arpi da Capitalia. E’ rimasto solo Passera al vertice del gruppo Intesa-San Paolo. C’è un vuoto di potere, proprio come sta accadendo in casa Sensi”.

Ma come se ne uscirà fuori dalla doppia crisi? “Per la finanza – dice Sileoni – arriveranno in soccorso le fondazioni, che con il loro bacino stanno riconquistando terreno. Per la Roma quando Unicredit si deciderà ad aprire l’asta sulle quote. Pronostico del derby? Non mi pronuncio”. 
Finanza e calcio uniti come la finanza e la vita di ognuno di noi. Per Sileoni c’è una ricetta perché la crisi del mondo bancario non intacchi i portafogli degli italiani. 
“C’è bisogno – spiega – di un ritorno a un modello di banca più commerciale. Sul modello delle banche di credito cooperativo. Dove si investe sul territorio e il pericolo di speculazioni finanziarie è ridotto”.

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