MILANO (4 agosto) – Unicredit ha annunciato alle organizzazioni sindacali 4.700 esuberi all’avvio delle negoziazioni legate al riassetto per la Banca Unica. È quanto si apprende da Lando Sileoni della Fabi che commenta: «L’effetto Marchionne-Fiat ha purtroppo contagiato, come un effetto domino, anche il gruppo Unicredit».
«Oggi si sono aperte a Milano le consultazioni tra le organizzazioni sindacali e Unicredit sulla Banca Unica, il progetto di riorganizzazione del gruppo al via in questi giorni», precisa Sileoni raggiunto telefonicamente. Gli esuberi dell’istituto secondo le stime comunicate ai rappresentanti dei dipendenti riguardano il triennio 2011-2013. Sulla vicenda la Fabi sottolinea in una nota che solo pochi giorni fa «il presidente dell’esecutivo dell’Abi, Francesco Micheli, e il neo presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, prendevano pubblicamente le distanze dal nuovo modello di relazioni sindacali e industriali inaugurato da Marchionne nella Fiat». Unicredit, afferma invece Sileoni, «si pone politicamente e contrattualmente fuori da quella concertazione recentemente rivendicata dal nuovo presidente dell’Abi».
«Tutti gli argomenti presentati oggi a Milano – spiega – anticipano di fatto, con la pretesa di modificarlo profondamente, l’attuale contratto nazionale di lavoro che da settembre le organizzazioni sindacali dovranno discutere in Abi.
Delle due l’una: o Profumo pensa di farsi un contratto nazionale a parte, perchè intende in questo piano industriale modificare profondamente le attuali previsioni contrattuali in tema di assetti inquadramentali, mobilità territoriale e professionale, nuove flessibilità d’ingresso sul lavoro, oppure ha deciso di imporre al settore del credito quel modello organizzativo che ha presentato oggi a Milano alle organizzazioni sindacali».
La Fabi sostiene che in Unicredit «non esiste un vero piano industriale» e sottolinea quindi che con l’inizio della trattativa a settembre ci sarà «un aspro e duro confronto non solo sui numeri, ma soprattutto su quel modello organizzativo che dal 2007 ad oggi ha prodotto esclusivamente la fuoriuscita dal gruppo di 10mila lavoratori oltre ai 4.700 dichiarati oggi, e di altri 1.500 lavoratori che hanno seguito la cessione ad altre banche di 500 sportelli Unicredit».
La conferma di Unicredit. Il gruppo Unicredit conferma la presentazione ai sindacati di «un’ipotesi di piano» che prevede «efficientamenti» riguardanti un totale di 4.700 posizioni lavorative. L’apertura formale della trattativa avverrà a inizio settembre, precisa la banca in una nota.