Un accenno al tema e’ stato fatto anche dal presidente uscente dell’Abi Corrado Faissola nella sua ultima relazione annuale. “La misura adottata lascia senza protezione molti lavoratori destinatari delle prestazioni del Fondo di solidarieta’ e aumenta gli oneri a carico del sistema”. Si incide cosi’ sul principio della certezza delle regole in base alle quali imprese e sindacati hanno legittimamente operato, regolando gli esodi di personale senza alcun costo per lo Stato. La disciplina introdotta va modificata”. Alle parole di Faissola si aggiungono le perplessita’ dei sindacati. Secondo il segretario generale della Uilca Massimo Masi “l’allungamento dell’uscita pensionistica ha messo in difficolta’ quelle banche che attraverso il Fondo per il sostegno al reddito avevano effettuato operazioni di ristrutturazione”. Il cambiamento delle regole, osservano i sindacati, non consente, inoltre, l’afflusso sul fondo di nuovi esodi volontari per quei bancari che avevano appena maturato i 60 mesi dalla quiescenza. A giudizio del segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, “senza una soluzione immediata, che potrebbe essere approntata nella prossima finanziaria di settembre, il 320 mila bancari italiani corrono anche il rischio di non pter rinnovare il proprio contratto nazionale di categoria”. Alcune grandi, banche, intanto, stanno correndo ai ripari con soluzioni che pero’ preoccupano i sindacati che temono che una parte del maggiore onere venga spalmato sui dipendenti. E’ il caso di un accordo firmato in UniCredit nei giorni scorsi per oltre 1.000 uscite, gia’ previste, per quest’anno. Una prima tranche, riferiscono fonti sindacali, uscira’ il primo agosto con la rinuncia a una parte del premio ‘vap’ 2010 pagabile nel 2011.