La Cassa di Risparmio di Bolzano a Verona licenzia un attivista sindacale senza formulare motivazioni precise. I vertici della Cassa di Bolzano si comportano come il famoso elefante in un negozio di cristalli e il fatto diventa un caso politico nazionale
Salvatore Lauria negli ultimi 30 anni di attività sindacale ne ha visto di tutti i colori. Il Segretario Provinciale e Coordinatore della FABI Bolzano può soltanto scuotere la testa: “La Cassa ha imperdonabilmente sottovalutato questo caso.”
Poco dopo si riconferma questa opinione del sindacalista. Quando la “Tageszeitung” chiede una presa di posizione ufficiale alla Cassa di Risparmio la risposta è quella standard: “Capirà che non vogliamo esprimerci ufficialmente su una causa di lavoro in atto, lo faremo poi in tribunale.” Intanto già da un po’ di tempo questa non è soltanto una semplice controversia davanti al giudice del lavoro ma è diventato un caso politico di interesse nazionale. Un fatto che -indipendentemente da come si risolverà – danneggerà notevolmente l’immagine della Cassa di Risparmio a livello nazionale. Una controversia che toccherà la Cassa sgradevolmente per molto tempo ancora.
Anche perché la settimana scorsa è uscita la nuova edizione della “La Voce dei Bancari”. È il giornale della “Federazione Autonoma Bancari Italiani” (FABI). La FABI con più di 100.000 iscritti è la più grande organizzazione sindacale bancaria d’Italia. Il suo giornale ha una tiratura di 200.000 copie e non viene inviata soltanto a tutti gli iscritti ma anche a tutti gli esponenti importanti del settore bancario italiano.
Sulla copertina dell’edizione di giugno si intravede una foto del Duomo di Bolzano e davanti l’immagine della dea della giustizia tagliata a pezzi. A lato il titolo “ Ingiustizia è fatta. Licenziato un dirigente sindacale alla Cassa di Risparmio di Bolzano”. Già questa introduzione lascia intendere avversità per l’istituto bancario sudtirolese, ma l’editoriale del Segretario Generale della FABI Lando Maria Sileoni è una pubblica esecuzione verbale.
“Non permetteremo che l’arroganza prevalga sulla giustizia”, scrive Sileoni. E ancora: “Allerteremo la stampa nazionale, affinché faccia luce su questa grottesca vicenda; solleciteremo l’intervento del Presidente dell’Abi e del Governatore di Bankitalia. Sono già pronte interrogazioni parlamentari, a
firma di esponenti di centrodestra e di centrosinistra, che chiederanno conto alla Banca della sua grave condotta.” Inoltre il Segretario Generale FABI nel suo editoriale cita anche direttamente l’SVP che dovrebbe muoversi in questa vicenda. Per di più la documentazione sarà inviata a tutti i politici responsabili.
Proprio questo è già successo. All’inizio di questa settimana i consiglieri provinciali dell’Alto Adige hanno ricevuto una lettera della FABI nazionale.
“Qui si preannuncia più di un piccolo temporale”, ha reagito all’invio un consigliere provinciale dell’SVP. Punto di partenza della storia è l’espansione della Cassa di Risparmio di Bolzano nel Veneto. Da più di tre anni la Cassa di Risparmio sta ampliando le
sue attività nella zona di Verona e di Brescia. La conquista del mercato locale ha comunque avuto successo e in breve tempo la Banca è riuscita a consolidare bene più di una dozzina di filiali. A causa di questa espansione veloce da due anni si manifestano problemi con il personale. L’espansione è stata più veloce dell’organizzazione di una valida struttura del personale. “Le tensioni derivano soprattutto dalla scarsa ed inefficiente struttura organizzativa nella zona Veronese”, dice Salvatore Lauria.
Soprattutto è rimasto notevolmente sovraccaricato il direttore responsabile che in brevissimo tempo da capo filiale è stato promosso direttore di area del Veronese. “Per risolvere questi problemi abbiamo sollecitato l’intervento dell’Ufficio Personale già oltre un anno fa”, si ricorda Lauria, “ma non è successo nulla.”
Quasi una dozzina di collaboratori altamente qualificati ha lasciato la Cassa nell’area di Verona proprio per questi motivi. Anche quest’ultima escalation si basa su questo conflitto. Il trentottenne dirigente bancario professionalmente qualificato licenziato è stato eletto nel 2008 Rappresentante Sindacale
Aziendale della FABI. Stimato per la sua competenza da specialista bancario è riuscito ad avere molto successo anche sul fronte sindacale. Come sindacalista inizia energicamente anche a condannare apertamente i problemi nella gestione del personale e nell’organizzazione.
Ma con questo inizia la sua discesa all’interno della Cassa di Risparmio. Continuamente gli vengono messi i bastoni fra le ruote e infine su ordinanza dall’alto viene “commissariato” nella gestione dei suoi clienti. Di fatto viene degradato. Pochi mesi più tardi segue un primo provvedimento disciplinare.
Nel maggio 2009 la FABI provinciale e il capo del personale della Banca firmano un accordo per risolvere la questione in maniera amichevole. Ma la pace dura soltanto poche settimane. Di nuovo l’impiegato veronese viene privato delle sue competenze.
Il sindacalista e manager bancario si rivolge al Tribunale del Lavoro. I giudici bolzanini nel gennaio del 2010 gli danno ragione in prima istanza e impongono l’immediato reintegro nel ruolo che gli compete.
Il dirigente, a questo punto, confidando nel buon senso della sua controparte, decide d’interrompere l’iter giudiziario e, ad aprile, sottoscrive un accordo transattivo con la Banca.
L’impiegato torna al lavoro e riprende oltre alle sue mansioni anche la sua attività sindacale. A pochi giorni dalla firma dell’accordo transattivo però riceve l’ennesima contestazione disciplinare da parte della Banca, con contestuale sospensione dal servizio per ragioni fumose ed irrilevanti (Lando Maria Sileoni). Il 27 aprile 2010 poi il padre di due figli viene licenziato senza preavviso dalla Cassa di Risparmio.
Per la FABI il pretesto per il licenziamento è evidente. “Qui qualcuno viene castigato per la sua attività sindacale”, dice Salvatore Lauria. Per il sindacato bancari ora è importante dare un segnale che l’organizzazione sta dalla parte degli iscritti e dei suoi funzionari. Lando Maria Sileoni: “ Tutto questo è una chiara infrazione dello statuto dei lavoratori legalmente riconosciuto.“
Un motivo in più perché la situazione è talmente inasprita va cercato proprio al vertice delle Cassa di Risparmio. “Hanno ampiamente fallito nel superamento della crisi”, dice Salvatore Lauria. L’errore più grave l’ha commesso sicuramente il Presidente della Cassa Norbert Plattner.
Il 31 maggio il Segretario Generale della FABI Lando Maria Sileoni ha chiesto per iscritto un incontro con il Presidente della Cassa per discutere il caso. La questione non era ancora finita davanti al Tribunale del Lavoro e il sindacato a cercato di trovare una soluzione consensuale evitando clamori. La risposta di Norbert Plattner è arrivata il 4 giugno: Il Presidente nella sua lettera ha emplicemente rifiutato l’incontro.
Che il Segretario Nazionale non venga ricevuto dal Presidente di una Banca ette chiaramente in evidenza l’ostilità della Cassa di Risparmio.
“Una cosa così alla FABI non è mai successa”, dice Salvatore Lauria, “con essuna altra banca in Italia.” Così però è stata innescata la tempesta che resto potrebbe diventare un uragano. Per di più il problema finora non è emmeno stato discusso in Consiglio d’Amministrazione della Cassa di isparmio. “Finora non siamo stati informati”, dice un consigliere d’amministrazione alla “Tageszeitung”.
Il Consiglio d’Amministrazione dovrà occuparsi del problema al più tardi a settembre perché la FABI sta pianificando un Consiglio Nazionale a Bolzano.
In tale occasione 600 delegati organizzeranno un sit sotto la direzione generale della Cassa di Risparmio per protestare. Vedremo se Norbert Plattner in quell’occasione starà ancora fermo a guardare indifferente.
Articolo originale in lingua tedesca di *Christoph Franceschini uscito sul “Die neue Südtiroler Tageszeitung” giovedì 24 giugno 2010.