«La recessione pesa sui conti delle banche: questo è un innegabile dato di fatto. Ma fa anche emergere un problema di asimmetria tra le strutture dei costi e il livello di redditività dei bilanci bancari. Dal nostro punto di vista, vediamo invece la possibilità di costruire un equilibrio sostenibile fra il costo del lavoro, il margine di intermediazione e la redditività degli istituti di credito.
Come Fabi riteniamo che la parte economica del prossimo contratto sarà fondamentale. Ci aspettiamo di discutere della piattaforma contrattuale nei tempi previsti, dunque già da settembre».
Non usa mezze parole Lando Sileoni, il nuovo segretario generale della Fabi eletto plebiscitariamente venerdì scorso, 19 febbraio, al termine del XIX Congresso nazionale della Federazione autonoma bancari, la maggiore organizzazione sindacale del settore con oltre 100mila iscritti. Viterbese, 49 anni, sposato, una figlia, Sileoni è iscritto alla Fabi dal 1976 e ha ottenuto il 98% dei consensi: 94.587 voti a favore su 96mila preferenze espresse dai mille delegati.
Qual è la sua opinione sullo stato delle relazioni sindacali?
Lavorerò per riportare la serenità e la collaborazione tra le organizzazioni sindacali. Ma dico no agli slogan: dopo le dichiarazioni servono comportamenti conseguenti.
A cosa si riferisce?
La Fabi, per fare solo un esempio, in sintonia con quanto ricordato continuamente dal Pontefice, ribadisce da sempre la centralità della persona anche nel mondo del lavoro. Il prossimo contratto nazionale di categoria dunque non potrà non tenerne conto. Il 2010 sarà segnato anche da altri appuntamenti come la revisione dei piani industriali di alcuni grandi gruppi.
Quali sono le vostre linee guida?
Sappiamo che l’aggiornamento dei piani industriali sarà abbastanza pesante. Il primo a essere discusso potrebbe essere, tra poche settimane, quello del gruppo Ubi. Ma riteniamo anche che con le banche il confronto vada cercato per salvaguardare la parte debole dei dipendenti, che oggi è formata dai giovani e dai precari. Per noi della Fabi la priorità sarà data proprio dall’attenzione ai problemi del precariato.
(Plus24, 27 febbraio 2010 – Nicola Borzi)